Palermo 26 settembre 2024 – La Cgil valuta positivamente la legge approvata contro il crack e altre forme di dipendenza approvata all’Ars “frutto di un lavoro collettivo e partecipativo di realtà di base, insieme a docenti e studenti del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo”.
Secondo il sindacato, alle realtà promotrici del movimento va riconosciuto il merito di una normativa approvata anche grazie ad azioni di lotta e manifestazioni cittadine, alle quali anche la Cgil ha preso parte.
“Pensiamo che la politica abbia ben poco da festeggiare. E’ stato un grande lavoro fatto dal basso, che ha portato all’approvazione di una legge che consideriamo all’avanguardia e innovativa e che sottolinea l’importanza della collaborazione tra la dimensione sanitaria, sociale ed educativa, oggi inesistente – dichiarano Laura Di Martino, segretaria Cgil Palermo e Rosario Rappa responsabile dipartimento legalità CGIL Palermo –La politica deve farsi carico del fatto che i fondi stanziati sono solo un primo importantissimo passo per la realizzazione dei servizi che devono essere implementati al fine di dare risposte alle persone con dipendenze derivate da uso di sostanze, indipendentemente dalla loro liceità o illiceità e dipendenze comportamentali, alle loro famiglie e alla società tutta. E’ importante adesso che la politica si dia da fare per l’applicazione della norma. Noi vigileremo”.
La Cgil Palermo considera fondamentale il lavoro di scrittura della norma, in chiave partecipativa, fatto dagli studenti del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, coordinati dalla docente di sociologia del diritto Clelia Bartolo. E determinante il ruolo dell’arcivescovo Corrado Lorefice, con il suo grido d’allarme e i richiami continui a una politica sorda ai bisogni delle persone e alla diffusione incontrollata di sostanze, in particolare del crack, che sta devastando la vita delle nuove generazioni, creando tante vittime tra i giovanissimi, come Noemi e Giulio.
“Fondamentale a tal proposito il ruolo di Francesco Zavatteri, padre di Giulio, che ha trasformato il dolore per la perdita del figlio in rivendicazione costante per arginare il dramma che vive la nostra città – aggiungono Di Martino e Rappa – Integrazione socio sanitaria, ruolo del servizio pubblico, integrazione con il terzo settore e privato sociale devono avere una regia pubblica, garantendo qualità del servizio e qualità del lavoro, perché non può esserci qualità del servizio senza un lavoro di qualità. E anche su questo vigileremo. La guerra va fatta alla mafia e alla criminalità organizzata e non alle persone che usano sostanze, di cui invece ci si deve prendere cura. Il carcere non è la risposta ma servono servizi e strutture adeguate”.
Sul disegno di legge approvato dal Parlamento siciliano, interviene anche la Cgil nazionale con un giudizio altrettanto positivo. “Una proposta di legge importante, unica nel panorama italiano per i contenuti e il linguaggio usati, che escono dallo stigma e dalla criminalizzazione che troppo spesso descrivono le sostanze e le persone che ne fanno uso – dichiara Denise Amerini, responsabile dipendenze e carceri della Cgil nazionale – Importante perché fa esplicito riferimento alla riduzione del danno e alla limitazione dei rischi, che non sono solo e soltanto un insieme, importante, di servizi, ma un insieme di politiche fondamentali per affrontare il tema dei consumi di sostanze, in un’ottica di salute pubblica e di benessere individuale e collettivo”.
“Importante, in questo senso – aggiunge Denise Amerini – l’aver finalmente previsto servizi fondamentali come le unità di strada, i drop in, il drug checking, cui garantire stabilita e continuità, con una gestione partecipata quale la nostra organizzazione ha sempre richiesto e promosso, secondo il principio ‘support don’t punish’”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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