Lettera aperta del dott. Gaspare Arnone, Presidente ANPO aziendale dell’ARNAS “PP.OO. Civico, Di Cristina e Benfratelli” – Palermo
“La violenza contro gli Operatori sanitari è un atto delinquenziale meritevole di una legislazione dedicata che ne riconosca la specificità e le aggravanti. Ciò detto a chiare lettere, senza indulgere a comprensioni immotivate del fenomeno, bisogna nel contempo indagarne a fondo le cause se lo si vuole affrontare in modo efficace. E’ evidente che alla base ci sia una profonda crisi del rapporto di fiducia tra cittadini e sanitari, un tempo fondato su rispetto e riconoscenza per l’impegno profuso: Oggi spesso è presente un atteggiamento pregiudizialmente sospettoso, alimentato da campagne mediatiche denigratorie e minacce di iniziative legali che trasformano il malato da persona da prendere in cura in un potenziale accusatore.
È una dinamica malsana in cui stuoli di avvocati, e purtroppo anche di medici, si offrono di valutare gratuitamente presunti casi di malasanità. L’obiettivo è la promessa di un risarcimento, ma il risultato sicuro è un clima di diffidenza generalizzata, in cui si insinua il sospetto facile di incompetenza, superficialità e responsabilità diffuse. Una narrazione che non rende giustizia al quotidiano sacrificio, spesso silenzioso, della stragrande maggioranza dei professionisti, gli stessi che durante la pandemia venivano celebrati come ‘angeli bianchi’, tranne a cambiare facilmente parere. A questo, va detto, può corrispondere una reazione di medicina difensiva, in cui si ritiene prudenziale chiedere ogni apporto di diagnostica strumentale, anche in maniera inappropriata, in vista di eventuali contenziosi medico-legali, così allungando i tempi di gestione di ogni paziente”.
Ad acuire la frattura con i cittadini contribuisce anche una distorta visione aziendalistica della sanità, che ha come obiettivo il pareggio di bilancio anziché la qualità dell’assistenza.
Quando un medico in quiescenza, in aspettativa o in maternità non viene sostituito, quando le tecnologie non vengono aggiornate e le prestazioni aggiuntive per abbattere le liste di attesa non vengono autorizzate nonostante i proclami, non è più razionalizzazione ma razionamento della spesa. La qualità ha un costo certo nell’immediato, ma il miglioramento delle risorse diventa un investimento se determina un aumento dell’efficacia clinica e dell’efficienza dell’intero sistema. Il personale viene così sovraccaricato nei turni di lavoro, si genera stress, burnout, e a volte questo può rendersi responsabile di una comunicazione inefficace che può aumentare l’incomprensione e il conflitto con il Paziente. Senza che questo, ribadisco, possa minimamente giustificare il delinquente im-paziente di turno, che pretende di avere la precedenza su tutti perché decide che sia la sua la situazione più grave.
Rispetto alla necessità che le scelte delle Aziende sanitarie debbano perseguire obiettivi di reale miglioramento dell’ospedale, in cui accogliere il paziente investendo nelle risorse necessarie, sia umane sia strumentali che nell’organizzazione, questo non sempre avviene. Le direzioni aziendali sono di fatto conseguenza di scelte politiche, fatto di per sé non necessariamente negativo se basate su valutazioni meritocratiche della storia dei manager individuati. Ma questo non sempre avviene, e talora si determina, anche per incompetenza specifica, una mancanza di dialogo e di concertazione con i Primari sulle priorità da perseguire, che può rasentare la “sindrome dell’uomo solo al comando”. Ma i Pazienti fortunatamente non scelgono l’ospedale in base alla direzione strategica transeunte del momento: riconoscono con chiarezza il Medico in cui riporre fiducia, come avveniva con il Medico di famiglia di una volta. Sono i sanitari, dalla Dirigenza medica al Comparto, a rappresentare la continuità del sistema, molto oltre la temporaneità di chi li amministra.
Anche la sostituzione, apparentemente solo terminologica, del termine “Primario” con quello generico di “Direttore” è indicativa della pervicacia di non riconoscerne la singolarità. Di direttori ce ne sono molti, tutti rispettabilissimi, da una banca al cinema al supermercato fino al direttore generale di un’azienda sanitaria, ma per i Pazienti il Primario resta una figura riconoscibile in modo univoco, un riferimento con cui si costruisce un rapporto umano e professionale quotidiano e duraturo.
Una amministrazione che abbia una visione è naturalmente la premessa del successo in Sanità, ma la Salute non è un prodotto come qualsiasi altro in una qualsiasi azienda.
Solo un approccio complessivo e unitario e una concertazione reale in un’ottica di squadra potrà determinare un Miglioramento Continuo della Qualità del sistema da offrire al Paziente che interfaccia l’ospedale in un momento per lui di difficoltà e la sua percezione di essere preso in cura nel modo più professionale ed empatico. Così contribuendo probabilmente a ridurre i contenziosi, tranne che nel caso del maleducato di turno. Ma questa è un’altra storia e merita altra attenzione”.
Palermo, 22 maggio 2025
Dott. Gaspare Arnone,
Presidente ANPO aziendale
dell’ARNAS “PP.OO. Civico, Di Cristina e Benfratelli” – Palermo
Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.






Commenta con Facebook