“Basta far finta di nulla e restare in silenzio. L’ennesima vittima a Capizzi e’ il
segnale di una ferita collettiva che non si può curare solo con il controllo e la repressione”.
Lo ha detto la presidente del Movimento italiano per la gentilezza, Natalia Re, commentando la notizia dell’uccisione del giovane a Capizzi. “La violenza che si manifesta tra i più giovani, nelle strade, nelle scuole, nelle relazioni quotidiane, ha toccato il picco della drammaticità di fronte al quale è necessario intervenire immediatamente per arrestare questa deriva sociale inquietante che genera forte preoccupazione e paura. Nell’esprimete vicinanza alla famiglia del povero Giuseppe e a tutta la comunità di Capizzi, ribadiamo che venga adottata al più presto la nostra proposta sull’istituzione degli educatori di strada e che venga finalmente ascoltata dalle istituzioni. Serve sì la vigilanza, ma serve soprattutto educazione e sopratutto un investimento reale e strutturale sui programmi di alfabetizzazione alla gentilezza, in percorsi di ascolto e prevenzione capaci di raggiungere i ragazzi prima che la violenza li sfiori. La sicurezza non nasce dalla paura, ma dalla cura. Solo un’alleanza educativa tra scuola, famiglie, comunità e istituzioni -conclude Re- può restituire senso, rispetto e speranza ai nostri giovani”.
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