In Sicilia, nel cuore del reparto di malattie rare dell’ospedale Pediatrico Giovanni Di Cristina di Palermo, Anna Maria Cuttitta combatte quotidianamente per garantire a suo figlio Daniel, affetto da una malattia rara, le cure e l’attenzione che merita. Attualmente la realtà che affrontano i piccoli pazienti e le loro famiglie risulta parecchio deficitaria a causa di un’insufficienza di personale e attese interminabili per trattamenti specifici.
“La buona volontà di medici e personale sanitario non basta, in quanto sono costretti giornalmente con enormi sacrifici a dividersi tra vari reparti e emergenze, compromettendo la qualità dell’assistenza rivolta ai bambini ricoverati” – a dirlo è Anna Maria Cuttitta –
“La situazione strutturale e logistica del reparto aggrava ulteriormente la crisi. Letti che non passano dalle porte in caso di emergenza, l’assenza di docce adatte e di bagni per portatori di handicap, nonché l’inadeguatezza dell’arredamento. Queste condizioni – continua Anna Maria Cuttitta – non solo impediscono una cura adeguata, ma minano anche la dignità e il benessere dei giovani pazienti e delle loro famiglie”.
“Attraverso la voce di Anna Maria Cuttita, si leva un appello disperato ma determinato per un cambiamento. Le condizioni attuali del reparto di malattie rare non solo falliscono nell’offrire un’assistenza adeguata, ma rappresentano una violazione dei diritti fondamentali dei bambini a ricevere cure sanitarie adeguate”. – a dirlo è Vincenzo Figuccia Deputato Questore dell’Ars –
“La battaglia di Anna Maria – continua Figuccia – e di molte altre famiglie siciliane per i loro bambini non è solo una richiesta di assistenza sanitaria ma un richiamo alla responsabilità sociale e umana di garantire a tutti i cittadini, a prescindere dalla rarità delle loro condizioni, il diritto a una vita dignitosa e a cure mediche adeguate”.
“Auspico che nel più breve tempo possibile, – Conclude il Questore – le autorità preposte intervengano per risolvere queste criticità, garantendo personale sufficiente, strutture adeguate e riducendo i tempi di attesa per le cure”.
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