Palermo. “Siamo indignati per il grave episodio avvenuto allo Zen. Un atto gravissimo che colpisce un luogo simbolo di aggregazione e solidarietà e, soprattutto, una comunità che da troppo tempo vive in condizioni di marginalità e abbandono e che con le sue componenti sane si impegna ogni giorno per il riscatto del proprio futuro. Purtroppo non siamo di fronte a un fatto isolato, la violenza ormai colpisce tutta la città e siamo preoccupati per il futuro dei giovani, costretti sempre più spesso a lasciare nostra terra. Questo è il risultato di anni di scelte politiche sbagliate o mancate, di promesse non mantenute e di una cronica assenza di interventi strutturali soprattutto nei quartieri popolari, dove lo Stato arretra e la politica si limita agli annunci, avanzano, infatti, degrado e illegalità”. Lo affermano i segretari della Uil Sicilia Luisella Lionti e Ignazio Baudo, che aggiungono: “Il bilancio è chiaro e non più rinviabile, la sicurezza non può essere affidata solo alla repressione e all’emergenza. Servono lavoro stabile, scuole, servizi sociali, presidi istituzionali e investimenti rigenerare le periferie. Occorre un piano di intervento strutturato e di lungo periodo per fare in modo che episodi come questo non si ripetano più”. Lionti e Baudo concludono rivolgendo un appello alla politica, a tutti i livelli, affinché rafforzi, sostenga e incrementi la presenza dello Stato non solo sotto l’aspetto del controllo del territorio ma anche e soprattutto per ciò che riguarda i percorsi socio educativi, culturali e di inclusione sociale supportando le associazioni presenti nel quartiere che già svolgono un lavoro importante. Negli ultimi mesi sono stati organizzati confronti con le istituzioni dove e avanzate proposte da tutti i soggetti coinvolti: dal tavolo prefettizio “Osservatorio Periferie” agli “Stati Generali per l’Infanzia e l’adolescenza e per politiche giovanili”. Le organizzazioni sindacali hanno già presentato in Prefettura un piano strutturato che contiene importanti e rilevanti azioni di intervento con l’obiettivo di eliminare il degrado. “E’ chiaro che per rendere operativo ciò è necessario uno sforzo importante di tutte le forze sociali e istituzionali. La legalità si costruisce con la presenza dello Stato, con il lavoro e con la giustizia sociale”, concludono Lionti e Baudo.


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