Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, raccogliendo la segnalazione di un gruppo di docenti palermitani, intende esprimere sdegno e profonda preoccupazione per l’ennesimo atto che sancisce l’abbandono di uno spazio pubblico fondamentale per la città di Palermo e per la memoria collettiva: il Parco che era intitolato al Vice Questore Ninni Cassarà.

L’area verde, chiusa da oltre dieci anni a causa della presenza di amianto e mai bonificata, perde ora anche la sua intitolazione a Cassarà, su richiesta della famiglia, che ha legittimamente voluto dissociarsi da una realtà di degrado e incuria che offende la memoria del loro congiunto. Lo spazio, ormai dimenticato, non riaprirà a breve: una prospettiva che diventa ancora più drammatica alla luce della decisione dell’amministrazione comunale, formalizzata con determina del sindaco Roberto Lagalla, di revocare l’intitolazione. Al Vice Questore assassinato dalla mafia nel 1985 verrà ora intitolata un’area interna a Villa Trabia, previa approvazione formale della Prefettura.


Pur comprendendo le ragioni della famiglia, questa vicenda rappresenta una sconfitta per le istituzioni. Un parco dedicato a chi ha sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia non può diventare un simbolo di abbandono. La revoca dell’intitolazione rischia di essere letta come una rimozione della memoria e come un segnale di rassegnazione, in una città che ha invece il dovere di lottare per custodire e valorizzare ogni luogo che racconti la sua storia di resistenza civile.


Il CNDDU, pertanto:

denuncia l’inaccettabile inerzia che ha portato al degrado e alla chiusura di quello che avrebbe dovuto essere un polmone verde per la IV Circoscrizione, nonché un presidio simbolico di legalità e cittadinanza attiva;

chiede con urgenza la bonifica completa e trasparente dell’area, con la rimozione dei materiali pericolosi, a partire dall’amianto;

esige che l’area venga riaperta al più presto alla cittadinanza, indipendentemente dal nome che le sarà assegnato, affinché torni a essere luogo di socializzazione, memoria e formazione civile;

propone l’attivazione di un presidio educativo permanente in loco, che coinvolga scuole, associazioni e istituzioni, per promuovere i valori della legalità e dei diritti umani;

invita tutte le realtà civiche, scolastiche e associative della città a mobilitarsi: studenti, docenti, cittadini non restino in silenzio. È tempo di flash mob, iniziative pubbliche, campagne sociali per impedire che questo luogo venga cancellato dall’orizzonte pubblico.


La memoria non si onora con le targhe, ma con l’impegno. Spostare l’intitolazione non può essere un alibi per lasciare nell’oblio un’area che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di degrado ambientale, disattenzione politica e sfiducia civica.

In un’epoca in cui i martiri della giustizia rischiano di essere dimenticati, il CNDDU ritiene sia dovere morale e istituzionale trasformare i luoghi simbolici della legalità in spazi vivi, educativi e inclusivi. Lasciare chiuso, contaminato e senza nome il Parco ex “Cassarà” significa arrendersi. Noi non ci arrendiamo.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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