“Purtroppo, la Regione Siciliana continua a distinguersi per inefficienza e incapacità amministrativa. È gravissimo che la Sicilia sia l’unica a non avere speso nemmeno un euro dei 22 milioni di euro del PNRR destinati al lavoro e alla formazione. Un dato che fa riflettere e che rappresenta il clamoroso fallimento politico del governo regionale”. Lo ha detto Mario Giambona, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana, commentando i dati relativi all’avanzamento della spesa dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Sicilia.
“Il PNRR rappresenta una straordinaria occasione di rilancio economico e sociale, in particolare per una terra come la nostra, dove la disoccupazione giovanile e la carenza di competenze professionali sono piaghe storiche – continua -. L’esecutivo regionale ha dimostrato ancora una volta inerzia, disorganizzazione e miopia strategica, lasciando che risorse fondamentali rimanessero inutilizzate e senza alcun impatto su territorio e cittadini”.
Giambona sottolinea che “questa situazione è solo la punta dell’iceberg. I dati generali sulla spesa delle risorse PNRR sono allarmanti. Infatti, rispetto alla media nazionale del 34%, in Sicilia è stato speso appena il 15% delle risorse complessive destinate a scuola, sanità, infrastrutture, innovazione e coesione sociale. Non si può continuare a giustificare questo immobilismo perché si stanno vanificando opportunità che con tutta probabilità non si presenteranno mai più”.
Per il deputato dem, la responsabilità è tutta politica. “Il governo Schifani e la maggioranza di centrodestra si sono dimostrati incapaci di pianificare, progettare ed eseguire. A pagare sono i cittadini, che avrebbero potuto beneficiare di queste risorse per costruire futuro e sviluppo”. Infine, Giambona assicura che “il Partito Democratico non resterà in silenzio. Continueremo a denunciare ogni spreco, ogni ritardo, ogni occasione persa, pretendendo trasparenza e assunzione di responsabilità. La Sicilia non può più permettersi di restare indietro”.
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