È morto a 89 anni per un’emorragia cerebrale, ma il suo ultimo gesto ha permesso di salvare altre vite. Il paziente, classe 1936, era stato ricoverato nei giorni scorsi presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa. Nonostante l’età avanzata, le condizioni cliniche hanno reso possibile il prelievo di fegato e reni, eseguito in collaborazione con l’équipe dell’Ismett di Palermo.

Il fegato era destinato a un paziente che si trovava già in sala operatoria, pronto per il trapianto. La tempestività è stata quindi cruciale per portare a termine l’intervento. Come sottolineano dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, ogni fase della donazione richiede una risposta rapida ed efficiente per garantire l’utilizzo degli organi in sicurezza.

A permettere l’intervento è stata la scelta immediata della famiglia del donatore, che ha confermato la volontà espressa in vita dal proprio congiunto. “Il nostro ringraziamento va prima di tutto a loro – ha dichiarato il direttore generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago – per la straordinaria sensibilità e generosità dimostrata”.

L’operazione ha coinvolto numerosi reparti e servizi dell’ospedale: dal Coordinamento trapianti alle équipes di Anestesia e Rianimazione, Chirurgia, Urologia, Medicina legale, Anatomia patologica, Radiologia, Neurologia, Medicina trasfusionale, fino ai laboratori analisi di Ragusa e Modica, al personale della Sala operatoria e al servizio di emergenza SEUS 118.

“Un gesto così nobile – ha aggiunto Drago – è possibile solo grazie all’impegno collettivo di un intero ospedale, capace di attivarsi all’unisono anche in condizioni di grande pressione organizzativa. I nostri operatori hanno dato ancora una volta prova di grande professionalità e spirito di servizio”.

Un gesto che ha trasformato un lutto in speranza e che conferma il valore della donazione d’organi, possibile a ogni età quando c’è una rete sanitaria pronta a rispondere con competenza e rapidità.



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