Gli investimenti Pnrr riguardano strutture e tecnologie, ma non il personale. Intervenire sulla medicina generale e sulle altre componenti del territorio per la Società italiana di medicina generale (Simg) è una priorità, ma servono fondi e una nuova job description dell’intero sistema che miri alla sostenibilità della medicina territoriale, la centralità dei medici di famiglia, in vista delle Case della salute e degli Ospedali di comunità, una formazione orientata all’umanesimo delle cure e alla pluridisciplinarietà. Questi i punti chiave sollecitati da numerosi esperti e dai vertici della Simg durante la tre giorni del 18° congresso regionale, che ha chiuso i battenti ieri a Villa Magnisi.
La mancanza di risorse pone un problema organizzativo. “Bisogna pensare, insieme a tutte gli altre componenti del territorio, ad una ristrutturazione – ha detto il presidente del congresso Luigi Spicola (segretario nazionale Simg ) aprendo i lavori – sapendo fin da adesso che non ci sono risorse per medici e sanitari, ma bisogna cercarle, e che il nostro contributo alle case e ospedali di comunità sarà importante, pur rimanendo titolari di quel rapporto di fiducia con il paziente che caratterizza la professione”.
“Il prossimo il 5 luglio – ha anticipato Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana di medici di medicina generale (Fimmg) – si riunirà il tavolo tecnico ministeriale per mettere insieme in una sintesi di progetto la possibilità di elaborare ragionamenti su Pnrr, Dm70 e Dm77, con l’obiettivo di raggiungere omogeneità, coerenza e sintesi”. A fare da eco anche il past president del congresso Luigi Galvano, segretario generale di Fimmg Sicilia: “le Case di comunità previste sono 1460 in tutto il Paese, dunque distanti dai luoghi dove la gente vive e lavora. I nostri studi, opportunamente riorganizzati, rimarranno la struttura di prossimità più vicina al paziente”. In aiuto arriverà anche “la Fondazione Enpam con un poderoso progetto”, ha concluso Galvano.
Di umanesimo ha parlato invece il presidente della Federazione nazionale Fnomceo Filippo Anelli. “Nel ventesimo secolo – ha detto – si era sviluppato un rapporto in cui il medico era il protagonista e le sue decisioni non potevano essere messe in discussione. Oggi il cittadino ha e deve avere la possibilità di prendere la sua decisione”. Un approccio che per Anelli “è una rivoluzione” che mette al centro la relazione sociale con il supporto fondamentale della tecnologia. In linea il presidente dell’Omceo di Palermo Toti Amato, componente del direttivo della Fnomceo, che ha rivolto un plauso alla Simg per il suo impegno sulla comunicazione empatica e l’educazione terapeutica che agisce sul rapporto ‘di fiducia’ fra medico e paziente”.
Infine, sul fronte tecnologico è intervenuto il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti, definendolo “una frontiera” per il suo impatto importante, di cui bisogna avere chiare potenzialità e limiti perché: “L’intelligenza artificiale sarà un grande amplificatore per la potenzialità medica e il suo maggiore vantaggio sarà supportare il processo di decisione dei medici e gestire una quantità enorme di dati. Ma l’Ia non possiede la componente centrale dell’empatia quando il “compito di un buon medico resta quello di saper ascoltare con tutti e cinque i sensi, capire e poi prendere una decisione” ha concluso il presidente dell’Enpam.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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