Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime profonda preoccupazione e sconcerto rispetto alle notizie emerse sulla riduzione dei posti riservati alle persone con disabilità allo stadio Massimino di Catania, a seguito dell’installazione di nuove cabine in aree da tempo destinate a bambini, donne e cittadini in carrozzina. Una scelta simile non può essere interpretata come un semplice intervento tecnico o come un sacrificio inevitabile in nome della modernizzazione dell’impianto, ma rappresenta un passo indietro culturale che tradisce i principi stessi di inclusione e rispetto della dignità umana.

Lo sport è da sempre un linguaggio universale capace di unire generazioni, territori e storie personali diverse. Ma se un luogo pubblico come lo stadio, simbolo di partecipazione e condivisione, esclude o limita l’accesso a chi vive una condizione di fragilità, esso smette di essere un ponte tra le persone e diventa una barriera. L’idea che i cittadini con disabilità vengano relegati in spazi sempre più angusti o marginali offende non solo chi subisce questa condizione, ma l’intera comunità, che vede negato uno dei suoi principi fondanti: la pari dignità sociale.


Il CNDDU richiama con forza l’attenzione delle istituzioni locali sulla gravità della situazione e invita il sindaco Enrico Trantino e l’assessore allo Sport Sergio Parisi a intervenire rapidamente con chiarezza e determinazione, affinché venga garantito a tutti il diritto di vivere l’esperienza sportiva in un contesto accogliente, sicuro e realmente accessibile. Ogni scelta urbanistica e architettonica deve essere ispirata alla logica dell’inclusione, non a quella della sottrazione di diritti.

Non possiamo accettare che in nome della modernizzazione vengano cancellate le conquiste di civiltà ottenute in anni di battaglie sociali e culturali. L’accessibilità non è un favore concesso, ma una condizione imprescindibile di cittadinanza attiva. Uno stadio che discrimina non è un luogo di festa, ma di ingiustizia.

La scuola, attraverso l’insegnamento dei diritti umani, educa quotidianamente a riconoscere e a difendere la dignità di ogni persona, senza eccezioni. Per questo ribadiamo che l’impegno a costruire una società inclusiva deve riflettersi in ogni spazio pubblico, compresi gli stadi. Non esiste progresso se qualcuno rimane escluso, non esiste modernità se non è accompagnata da giustizia ed equità.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

Questo contenuto è stato disposto da un utente della community di BlogSicilia, collaboratore, ufficio stampa, giornalista, editor o lettore del nostro giornale. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore. Se hai richieste di approfondimento o di rettifica ed ogni altra osservazione su questo contenuto non esitare a contattare la redazione o il nostro community manager.