A fine novembre dello scorso anno l’Ast ha comunicato al comune di Bagheria la sospensione definitiva del servizio di trasporto pubblico a causa delle ingenti perdite accumulate.

Lo stesso provvedimento ha riguardato una decina di altri comuni siciliani, arrecando un notevole disagio a tanti cittadini che si sono ritrovati senza bus urbani. 

Il provvedimento ha colto di sorpresa l’amministrazione bagherese perché giunto senza alcun preavviso da parte di Ast. In realtà le notevoli sofferenze finanziarie palesate dall’Ast, partecipata regionale tecnicamente fallita, erano ben note da tempo, ma soprattutto la scarsa efficienza del servizio svolto dalla stessa in tutti questi anni (espletato con pochi mezzi, vetusti e frequenze inadeguate, oltre che con uno scarsissimo livello di informazioni all’utenza), avrebbero dovuto suggerirgli di muoversi con anticipo, per ricercare, attraverso un bando, un altro soggetto a cui affidare il servizio. Dotare la città di un sistema di trasporto pubblico dovrebbe essere una priorità di chi amministra, mentre andrebbe considerata grave la mancanza di un tale servizio in una città di oltre 55 mila abitanti con grossi problemi di viabilità e traffico come la nostra. Ovviamente per farlo servirebbe compiere scelte politiche ben precise, distraendo, tra le altre cose, risorse in bilancio da cose futili e meno importanti che creano però consenso e generano voti, destinandole alla mobilità urbana su cui invece storicamente non si è mai investito un centesimo bucato.

Si diceva che si è trattato di una situazione analoga a quella affrontata da altri comuni siciliani, cittadine di piccole e medie dimensioni come Acireale, Augusta, Barcellona Pozzo di Gotto, Gela e Milazzo le altre, che si sono viste recapitare l’avviso di sospensione immediata del servizio in contemporanea a Bagheria.

Ma in realtà le analogie sono solo apparenti per non dire che sono ben poche. 

Cosa si è fatto a Bagheria per cercare di gestire e rimediare a questa vicenda?

Ad oggi, a distanza ormai di mesi, possiamo dire assolutamente nulla, a parte piangere e lamentarsi per la soppressione di un servizio inutile per come veniva svolto e oltretutto oneroso considerando il rapporto costi benefici.  

Diverso ciò che è accaduto altrove nello stesso lasso di tempo, ad esempio a Milazzo, ridente località turistica della costa tirrenica del messinese con una popolazione all’incirca pari alla metà di quella di Bagheria.

È bastato fare una rapida ricerca per scoprire che, a Milazzo si sono immediatamente rimboccati le maniche, e grazie all’interlocuzione che il sindaco ha avviato subito con l’assessorato regionale alla Infrastrutture, si è riusciti innanzitutto a ottenere una proroga di 90 giorni del rapporto tra Ast e Comune, che ha consentito di continuare ad avere gli autobus urbani, in attesa di bandire una gara per l’individuazione del nuovo concessionario del servizio di trasporto pubblico locale. 

Questo perché, a detta del sindaco della città mamertina:

per Milazzo il trasporto pubblico rappresenta un servizio essenziale ed era inimmaginabile ritrovarsi all’improvviso senza i bus che assicurassero i collegamenti in città. 

Con la proroga ottenuta dunque, si è riusciti ad evitare i disagi che sarebbero stati inevitabili qualora di punto in bianco si fosse fermato il servizio dell’Ast, ma nel frattempo ci si è messi subito al lavoro per individuare una soluzione diversa che consentisse di mettere a disposizione dei cittadini un servizio più funzionale ed efficiente, cosa che Ast non era mai stata in grado di fare.

Altro che analogie! 

Mentre a Bagheria si continua a parlare vagamente di tempi lunghi e ci si trincera dietro un laconico ‘stiamo lavorando, a Milazzo si è riusciti a riorganizzare in men che non si dica il trasporto pubblico locale. 

Si legge da vari comunicati che:

il nuovo soggetto aggiudicatario del servizio, intende da subito stabilire un rapporto diverso con gli utenti rispetto al passato, promuovendo iniziative volte a convincere i milazzesi a muoversi in bus, attraverso tariffe agevolate sui biglietti giornalieri e gli abbonamenti, con il massimo rispetto degli orari e di una informazione continua rivolta all’utenza.  

Si parla anche di un app, dell’istituzione di e-ticket, di info mobilità, di orari in tempo reale alle fermate per rendere più accessibile il servizio, di percorsi ottimizzati.In sostanza a Milazzo l’abbandono da parte di Ast è stato vissuto come una opportunità da cogliere per rilanciare il trasporto pubblico locale elevandolo su standard adeguati e rispondenti alle esigenze dell’utenza.

Questo vuol dire avere una visione, puntare realmente sulla mobilità sostenibile dando ai cittadini una valida alternativa all’uso del mezzo privato. 

Qualcuno dovrebbe spiegarci queste differenze, visto che non si stanno facendo raffronti tra il nord e il sud, ma tra città della stessa Sicilia. Magari potrebbe spiegarcele proprio lo stesso sindaco di Bagheria, tra un impegno istituzionale e l’altro si intende, o tra un video e l’altro con cui si autopromuove per le tante cose futili realizzate in questi anni che non hanno spostato di una virgola la sostanza di una città con una bassissima qualità della vita di cui l’assenza del trasporto pubblico ne è l’emblema. E comunque detto fatto, mentre a Bagheria ancora stiamo lavorando (non ci è dato ovviamente sapere esattamente a che cosa), a Milazzo dal 1 aprile , la Sais gestirà il nuovo servizio di trasporto pubblico locale che promette di essere rivoluzionario.

Incredibile!

O forse era solo una questione di volere è potere!

Luogo: BAGHERIA, PALERMO, SICILIA

Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.