Trent’anni fa la mafia uccideva don Pino Puglisi, nel giorno in cui compiva gli anni. Con la sua attività educativa e di prevenzione fra i giovani del quartiere Brancaccio era diventato un pericolo per la criminalità organizzata al punto da decretarne la condanna a morte. Ma il beato Puglisi, considerato un martire dalla Chiesa, ha avuto la meglio sui suoi assassini. Il killer Salvatore Grigoli, oggi pentito, ha raccontato che aveva accolto i suoi aguzzini con un sorriso. Il sacerdote sapeva che sarebbe morto e non è indietreggiato di un passo. Un esempio per tutti, istituzioni e cittadini. Ci lascia un messaggio prezioso: la mafia si sconfigge con la repressione affidata alle forze dell’ordine e con la prevenzione e la diffusione della cultura della vita e della legalità sul modello di morte e sopraffazione che vuole imporre la criminalità organizzata. Lo Stato ha messo a segno tante vittorie in questi anni, ma ancora molto resta da fare. Padre Puglisi con il suo sacrificio ci indica la via da percorrere.

Il deputato regionale Marco Intravaia, Componente della Commissione Regionale Antimafia, ha così ricordato don Pino Puglisi nel trentennale del suo omicidio.

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