Dare garanzia, nel presente e nel futuro, e soprattutto servizi ai minori più fragili con deficit neuro-evolutivo 

 

Se ne è parlato A Bagheria al teatro Butera in occasione dell’incontro “Le disabilità neuro-evolutive: prospettive per un mondo più inclusivo”. 

 

Tra gli intervenuti anche l’assessore regionale alla Famiglia e alle politiche sociali Nuccia Albano che ha parlato di «vicinanza dell’assessorato alle famiglie dei disabili. Dobbiamo fare squadra cercando di puntare alla legge del “Dopo di noi”. C’è un grande lavoro da fare tra Comuni, distretti sociosanitari e assessorato». 

 

«Il ruolo della scuola nella gestione dei ragazzi con disabilità neuroevolutive  – ha detto la dirigente scolastica Carmela Tripoli nel suo intervento – è complesso. La scuola italiana nel panorama europeo riesce a fare vera e completa inclusione. Nel resto d’Europa, in Finlandia, così come in Polonia, ai disabili sono riservate classi speciali e non comuni. La scuola italiana accoglie tutti i disabili. Serve un soggetto che coordini le attività dei collaboratori». 

 

Per Liliana Abbate, assistente sociale e responsabile dei servizi disabili del Comune di Bagheria «la persona affetta da disabilità è una risorsa, ma dobbiamo anche considerare l’aiuto della famiglia. Noi seguiamo a Bagheria 238 minori, con una spesa sociale tra i 90 e i 100 mila euro al mese. Ci occupiamo del trasporto scolastico ed extrascolastico dei minori. A tutto questo si accompagnano le figure dell’operatore socio assistenziale e dell’operatore socio sanitario».  

 

La dottoressa Marianna Gambino, direttrice del Centro studi Aurora, ha parlato dell’operatore Asacom «che compensa i limiti comunicativi e relazionali del disabile, fornendo assistenza diretta e progetto educativo. È un ponte tra il disabile e il contesto della società». 

 

Per Valerio Giustino, borsista di ricerca, intervenuto anche lui all’incontro, «in un contesto favorevole per il disabile, l’attività fisica può avere un ruolo fondamentale. Lo sport è un diritto per il bambino disabile. Con l’università di Palermo e altre università europee stiamo portando avanti un progetto che mira a dare le informazioni agli studenti universitari che saranno educatori scolastici, linee guida per il disabile per la pratica di attività fisica». 

 

 Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del dipartimento della Famiglia e delle politiche sociali della Regione Siciliana ha parlato della legge del 2016 “Dopo di noi” «la Sicilia nella tutela dei disabili non sta messa male nello sviluppo dei servizi. La visione, rispetto a trent’anni fa, è diversa. Un tempo il genitore di un disabile lo teneva a casa e si vergognava colpevolizzandosi. Oggi non è più così. C’è stata una maturazione da parte dei soggetti, grazie alle istituzioni che hanno sviluppato il senso dell’integrazione nella società. Tutte le regioni d’Italia hanno difficoltà ad applicare il “Dopo di noi”. In Sicilia il 90 per cento delle risorse trasferire ai distretti e ai Comuni non sono state utilizzate». 

 

L’appuntamento, che ha avuto il patrocinio gratuito della Regione siciliana e si è sviluppato anche grazie alla collaborazione dell’associazione Centro studi Aurora, che ha collaborato nello sviluppo scientifico dell’incontro. 

 

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