Un grave errore medico al Policlinico Umberto I di Roma ha portato alla rimozione della mandibola di un uomo sano, convinto erroneamente di avere un tumore. Il caso ha scatenato un’inchiesta dopo la denuncia del paziente. Ecco i dettagli di questa tragica vicenda.
La tragica confusione
Nel maggio del 2024, un uomo di 35 anni, a cui era stato diagnosticato un tumore, si è sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere la mandibola al Policlinico Umberto I di Roma. La sua storia è tragica: il medico ha rimosso una parte della mandibola convinto che fosse colpita da un osteosarcoma maligno. Ma la realtà era ben diversa: l’uomo non aveva alcun tumore.
Questo errore sarebbe stato causato dallo scambio dei vetrini della biopsia. L’esame istologico iniziale aveva suggerito la presenza di un tumore, ma i successivi test avrebbero rivelato che il materiale biologico analizzato non apparteneva al paziente. Un errore drammatico che ha portato a una rimozione chirurgica inutile, con conseguenze devastanti per la vita dell’uomo.
La diagnosi sbagliata
L’uomo era venuto al Policlinico per un motivo apparentemente semplice: doveva rimuovere un dente del giudizio e una cisti. Come routine, la cisti è stata inviata al laboratorio per un esame istologico, ma i vetrini sono stati scambiati. A giugno, l’uomo ha ricevuto una terribile notizia: osteosarcoma di alto grado di malignità, una diagnosi che ha portato i medici a programmare un intervento chirurgico urgente per rimuovere la mandibola.
L’intervento, avvenuto il 22 luglio, ha rimosso una parte della mandibola sana, convinti che fosse infetta da un tumore maligno. Tuttavia, a settembre, i nuovi esami istologici hanno rivelato che la diagnosi precedente era errata. Le analisi eseguite sul materiale osseo rimosso sono risultate negative. È stato allora che l’uomo ha cominciato a sospettare qualcosa di più grave e ha deciso di far esaminare i vetrini da un laboratorio esterno, l’Università Cattolica di Roma.
Il test del DNA
Quando l’uomo ha ricevuto i risultati dei nuovi esami, la realtà è stata ancora più scioccante. Il DNA del campione analizzato non corrispondeva al suo. Questo significava che il tumore che gli era stato diagnosticato non esisteva, e che il materiale biologico proveniva da un’altra persona. Il 25 ottobre, il responso è stato definitivo: il DNA non apparteneva al paziente, ma a un’altra persona, probabilmente quella di qualcuno che, purtroppo, soffriva di una malattia grave. L’uomo ha dichiarato: “Non ho più la mandibola, ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male”.
Le conseguenze della diagnosi errata: danni fisici e psicologici
Il danno fisico subito dal paziente è evidente: oltre alla rimozione della mandibola, ha anche subito una paresi facciale come risultato dell’intervento chirurgico. Questo intervento non solo gli ha causato un grave danno fisico, ma anche un trauma psicologico profondo. La sua vita è stata segnata da un errore che lo ha costretto a vivere con il dolore fisico e il peso di una diagnosi che non era mai stata giustificata.
A causa dello scambio dei vetrini, l’uomo si è trovato costretto a sopportare il dolore di un intervento chirurgico inutile e dannoso. L’esperienza ha avuto un impatto devastante anche sulla sua psiche. Le sue aspettative di guarigione da un tumore sono state distrutte, ma la consapevolezza di non aver mai avuto il cancro non ha reso la situazione meno traumatica.
L’indagine e la denuncia per lesioni gravi
Di fronte a questa situazione, il paziente ha deciso di fare denuncia per lesioni gravi. L’inchiesta è stata avviata dal PM Eleonora Fini, che ha aperto un fascicolo per accertare le responsabilità di questo gravissimo errore medico.
La denuncia del paziente si concentra non solo sull’errore materiale, ma anche sulla mancanza di controlli adeguati. Le biopsie sono un processo delicato, e l’affidabilità dei test è essenziale per garantire che i pazienti ricevano il trattamento giusto.
La risposta dell’ospedale e le possibili ripercussioni
Dopo il clamore suscitato dalla vicenda, il Policlinico Umberto I ha avviato una revisione interna dei protocolli e delle procedure riguardanti la gestione delle biopsie. L’ospedale ha confermato che si tratta di un errore umano, ma ha anche sottolineato di star collaborando pienamente con le autorità per fare chiarezza sulla vicenda.






Commenta con Facebook