La guerra si fa sempre più difficile per l’esercito ucraino ed è forse per questo che il presidente francese Emmanuel Macron non ha escluso la possibilità che truppe occidentali possano intervenire, prima o poi, nel conflitto.

Il motivo è semplice: non si può permettere alla Russia di Vladimir Putin di vincere la guerra. E per tanti motivi: umanitari, politici, sociali, economici… Per di più, sarebbe un grave smacco non solo ovviamente per Kiev ma anche per ogni governo occidentale che appoggia finanziaramente e militarmente gli ucraini dal primo momento dell’invasione russa. Insomma, l’Occidente ha scelto di confidare esclusivamente sulle forze ucraine per sconfiggere il nemico ma, se non dovesse accadere, potrebbe essere necessario l’intervento di una coalizione (e non di tutta la NATO perché si attiva, come sappiamo, solo per difendere i Paesi membri e non per offendere).

Tornando a Macron, al termine della Conferenza internazionale di Parigi a sostegno dell’Ucraina, ribadendo l’impegno della Francia nei confronti di Kiev, non ha escluso l’ipotesi, in un prossimo futuro, dell’invio di truppe occidentali nel Paese perché “la sconfitta della Russia è essenziale per la sicurezza e la stabilità in Europa”. Tuttavia, “oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, scontato e approvato. Ma nella dinamica non è da escludere nulla. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra”.

Contestualmente, il presidente francese ha chiesto al Parlamento di ”votare sull’accordo bilaterale di sicurezza concluso con l’Ucraina” che sancisce “il nostro sostegno a lungo termine all’Ucraina per sconfiggere la guerra d’aggressione della Russia”.

Le reazioni

Il primo ministro svedese Ulf Kristersson, intervistato dall’emittente pubblica SVT, ha dichiarato: “per il momento siamo impegnati a inviare equipaggiamenti militari avanzati all’Ucraina” e “non pensiamo all’invio di truppe di terra”, sottolineando che “la tradizione della Frncia non è la stessa di quella svedese”.

Non è d’accordo neanche la Spagna. Lo ha rimarcato Pilar Alegría, portavoce del governo di Madrid, affermando che ciò che è urgente è “accelerare la consegna di materiale” militare a Kiev.

Sulla stessa scia pure Olaf Scholz, cancelliere tedesco: “ciò che è stato concordato fin dall’inizio tra di noi e tra di noi vale anche per il futuro, è che non saranno inviati soldati sul suolo ucraino dagli Stati europei o dagli Stati della NATO”.

E il Cremlino? Dmitri Peskov, il portavoce dell’esecutivo, ha dichiarato che un conflitto militare tra NATO e Russia sarebbe “inevitabile” se soldati di Paesi occidentali dovrebbero essere inviti in Ucraina: “In questo caso, non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo”.

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