Nel bagno dei ragazzi del secondo piano del liceo Giulio Cesare di Roma, qualcuno ha tracciato una scritta agghiacciante: “Lista stupri“, seguita da una decina di nomi e cognomi di studentesse. Il fatto è avvenuto ieri, 27 novembre 2025, appena due giorni dopo la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e ha scosso profondamente la comunità scolastica e l’opinione pubblica.

Un episodio che lascia poco spazio ai dubbi. Il contenuto della scritta e il contesto in cui è apparsa parlano chiaro: si tratta di un gesto intimidatorio, violento e profondamente sessista. A denunciarlo pubblicamente è stato il collettivo studentesco Zero Alibi, attivo all’interno dell’istituto, che ha diffuso una nota via social e convocato un’assemblea straordinaria per affrontare la vicenda.

Non un vandalismo qualsiasi: un messaggio intimidatorio

La scritta comparsa al liceo Giulio Cesare è molto più di un atto di vandalismo. È un gesto carico di simbolismo violento, tanto più grave perché rivolto a studentesse, ragazze minorenni, nello spazio che dovrebbe essere più sicuro per loro: la scuola. “Nella nostra scuola nel bagno dei maschi del secondo piano è comparsa una scritta aberrante: ‘Lista stupri’ e a seguire una serie di nomi di studentə”, si legge nella nota pubblicata dal collettivo Zero Alibi.

Un messaggio scioccante, aggravato dalla sua tempistica. È stato segnalato il 27 novembre, due giorni dopo una ricorrenza simbolica a livello globale. “Un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no, va combattuta. Questo gesto oltre a essere di una gravità inconcepibile, dimostra la società patriarcale in cui ancora oggi tuttə noi viviamo”, prosegue il comunicato.

Una scuola che si mobilita per dire basta

A rendere ancora più inquietante la vicenda è il fatto che pochi giorni prima erano stati strappati alcuni fogli di raccolta firme con cui diversi studenti e studentesse chiedevano maggior attenzione al tema della violenza di genere a scuola. Una coincidenza che alimenta il sospetto di un atto deliberato, con l’obiettivo di intimidire chi si espone e si batte per un cambiamento culturale. “Usare la violenza sessuale come arma, come minaccia o scherno, significa alimentare ed essere parte attiva della stessa cultura che ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne”, scrivono ancora gli studenti.

Il collettivo non ha dubbi: si tratta dell’ennesimo segnale di un sistema patriarcale ancora profondamente radicato, anche tra i più giovani. “Questi episodi non possono passare inosservati – proseguono – sono sintomo del patriarcato, di un sistema oppressivo che silenziosamente controlla e condiziona le nostre vite”.

Educazione sessuale e affettiva: la richiesta degli studenti

Dal collettivo Zero Alibi arriva un appello preciso: “Continueremo a pretendere un’educazione sessuo-affettiva, a esigere che nella nostra scuola come in Italia venga fatto un percorso che lavori alla radice del problema”.

La mancanza di un’educazione adeguata sui temi delle relazioni, del consenso, del rispetto reciproco e della parità di genere è, secondo gli studenti, una delle cause profonde che permettono alla cultura della violenza di persistere anche in ambito scolastico. “Non ci stancheremo mai di dirlo, saremo sempre dalla parte giusta, saremo sempre transfemministe”, si legge nel comunicato pubblicato su Instagram.

La dirigente scolastica: “Condanna ferma, saremo vigili”

Non si è fatta attendere nemmeno la risposta ufficiale della scuola. La dirigente scolastica Paola Senesi ha preso posizione con una nota formale che ribadisce l’impegno dell’istituto nel contrastare ogni forma di violenza e discriminazione. “Il liceo classico statale Giulio Cesare si riconosce fortemente nei valori costituzionali ed è quotidianamente impegnato ad argomentarli, trasmetterli e renderne partecipi le nuove generazioni nelle proprie aule e sul territorio”, ha dichiarato.

La dirigente ha condannato con fermezza i “graffiti vandalici” e ha voluto sottolineare che la scuola non resterà in silenzio: “Si ribadisce fortemente la condanna nei confronti di qualsivoglia stereotipo e violenza di genere, sia essa fisica, verbale, psicologica o digitale”.

E ha concluso: “Il nostro liceo non vuol essere ricettacolo d’intolleranza; la scuola non dimenticherà mai d’indicare quanto ci sia ancora da fare per concretizzare, de jure e de facto, la pari dignità tra donne e uomini, connotata da un profondo rispetto reciproco”.

Il liceo Giulio Cesare di Roma

Il liceo Giulio Cesare di Roma

Lo sapevi che…?

  • In Italia, secondo l’Istat, oltre il 31% delle donne ha subito una forma di violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita (dati 2023).
  • L’educazione sessuale e affettiva non è ancora obbligatoria nelle scuole italiane, nonostante ripetute richieste da parte di associazioni, studenti e organismi internazionali.
  • In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, molte scuole italiane organizzano incontri e assemblee, ma spesso senza un seguito strutturato.
  • L’utilizzo di frasi e immagini offensive nei bagni scolastici è un fenomeno diffuso, ma raramente riceve una risposta sistemica da parte delle istituzioni scolastiche.

FAQ

  • Cosa è successo al liceo Giulio Cesare di Roma?
È comparsa una scritta con la dicitura “Lista stupri” e i nomi di una decina di studentesse, tracciata nel bagno maschile del secondo piano.
  • Chi ha denunciato il fatto?
Il collettivo studentesco “Zero Alibi”, che ha anche convocato un’assemblea e chiesto un intervento della scuola.
  • Cosa ha detto la dirigente scolastica?
Ha condannato fermamente l’episodio e ribadito l’impegno della scuola contro ogni forma di violenza e discriminazione.
  • Cosa chiedono gli studenti?
L’introduzione obbligatoria dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, per contrastare la cultura della violenza.
  • Ci sono state reazioni esterne?
Sì, numerosi altri collettivi studenteschi romani hanno espresso solidarietà e sostegno.

Fonti