L’equipaggio della Sumud Flotilla si avvicina alla cosiddetta “zona rossa”, a circa 100 miglia, poco più di 185 chilometri, dalle coste di Gaza. La nave umanitaria, salpata da Spagna, Italia e Grecia per unirsi in convoglio, ha come obiettivo la consegna di aiuti umanitari e la sfida al blocco navale imposto sulla Striscia.

“La notte è stata difficile – racconta Paolo De Montis dalla nave – siamo rimasti svegli aspettandoci un’aggressione che però non è arrivata. Siamo stanchi e provati, ma l’equipaggio sta bene. Ora attendiamo le prossime ore con attenzione.”

La Sumus Flotilla a ridosso del blocco su Gaza

Al momento, le imbarcazioni viaggiano ad una velocità di circa 5 nodi (9,6 Km/H) ad un centinaio di miglia nautiche dalla costa. Una distanza significativa se si considera che, secondo la legislazione israeliana, le acque territoriali si estendono fino a 25 miglia dalla riva.

In acque internazionali la flotta, in linea di principio, non dovrebbe essere oggetto di aggressioni. La tensione a bordo, tuttavia, resta alta tra gli attivisti: “Stanno aspettando che ci avviciniamo quanto più possibile alle acque palestinesi, quasi per essere in una zona di sicurezza e in una zona legale dove potrebbero intervenire” spiega De Montis.

Cresce la tensione

Poche ore di navigazione separano lo scenario più atteso dall’intero pianeta: l’avvicinamento alla zona più sensibile del Mediterraneo si accompagna ad una crescente consapevolezza dei rischi. Le prossime ore saranno decisive per capire se le navi umanitarie riusciranno a proseguire senza incidenti verso la loro destinazione o se incontreranno ostacoli lungo il cammino.

L’inizio della spedizione umanitaria

La Global Sumud Flotilla è in navigazione da ormai più di un mese. Oltre 500 partecipanti da 44 nazioni diverse hanno un unico obiettivo: rompere il blocco navale israeliano, consegnare aiuti umanitari e stabilire un corridoio umanitario permanente. Le navi si sono poi unite in convoglio nei porti tunisini lo scorso 3 settembre superando ritardi dovuti a condizioni meteo e problemi logistici. Il 14 settembre il convoglio ha lasciato i porti tunisini dirigendosi verso Gaza, navigando in acque internazionali.

Attualmente, le navi si trovano a circa 100 miglia da Gaza, con l’equipaggio provato ma in buone condizioni. L’obiettivo rimane sempre uguale: consegnare gli aiuti essenziali creando un corridoio umanitario.