Oltre lo stretto

Truffa dei diamanti, Assorafi: “Avemo lanciato allarme già otto anni fa”

“Da otto anni ormai le nostre organizzazioni segnalavano, senza essere ascoltate, che la vendita dei diamanti da parte degli istituti bancari era un’attività anomala e nel 2016, la nostra federazione nazionale aveva riportato di nuovo il problema all’attenzione delle autorità preposte. In questi anni le banche hanno proposto un prodotto non finanziario, senza le autorizzazioni e abbiamo sollecitato Consob, Banca d’Italia e questure preposte al rilascio delle licenze per il commercio di preziosi”. Lo affermano il presidente di Assorafi Confcommercio Palermo Silvano Barraja e il vice presidente Salvo Ciulla.

“Inoltre i diamanti sono stati venduti tramite funzionari – non competenti in materia – a prezzi tra il triplo ed il quadruplo del prezzo di mercato – aggiungono Barraja e Ciulla – inducendo i risparmiatori all’acquisto in modo poco ortodosso, su un rapporto che era basato sulla fiducia, invogliati da listini fittizi pubblicati a pagamento da testate di riferimento per il mondo finanziario. A farne le spese sono stati i nostri operatori che hanno assistito alla contrazione delle vendite causata da un mercato ormai saturo di pietre acquistate a prezzi altissimi”. “A questo – proseguono Barraja e Ciulla – si aggiunge il mercato falsato dall’invenzione che il diamante da investimento fosse completamente differente da quello da gioielleria”.

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