• Il festival ha cercato di riprogrammare la serata in altra data, ma non è stato possibile a causa della modifica delle date del tour dell’artista

Umbria jazz, cancellato il concerto di Tom Jones

Cancellato il concerto di Tom Jones previsto per il 13 luglio a Perugia. L’annuncio ufficiale è arrivato da parte di Umbria Jazz.

A causa del perdurare di alcune limitazioni agli spostamenti in alcuni Paesi, spiega Uj, “siamo costretti a cancellare il concerto di Tom Jones”. “Abbiamo cercato di riprogrammare il concerto in altra data, purtroppo questo non è stato possibile a causa della modifica delle date del tour dell’artista” prosegue Uj.

Le richieste di rimborso si possono inoltrare entro il 15 maggio 2021 seguendo le procedure indicate dalle piattaforme di riferimento (Boxol, Ticketone).

Umbria jazz, Le origini

Il 23 agosto 1973 andò in scena il primo concerto. Musica nel teatro naturale di Villalago di Piediluco a due passi da Terni. Il programma prevedeva gli Aktuala, un gruppo scomparso da tempo (con il senno di poi, la loro si direbbe world music) e l’orchestra mainstream di Thad Jones e Mel Lewis. La prima edizione prevedeva altre tre serate, due a Perugia e una a Gubbio, che però fu eliminata per la pioggia.

A Perugia, nella piazza IV Novembre, fecero il loro esordio italiano i Weather Report, e molto fece discutere la performance free-esoterica della Solar Arkestra di Sun Ra, che era stata preceduta dal concerto del più famoso gruppo jazz rock italiano dell’epoca, il Perigeo (https://www.umbriajazz.it/storia/umbria-jazz-1973/).

Fu ben presto chiaro che si trattava di una buona idea, come testimoniava il grande successo di pubblico, a dispetto di una promozione approssimativa. In realtà la gestazione del progetto fu velocissima: dalla visione alla realizzazione concreta passarono pochissimi mesi. Umbria Jazz nacque in un caffè, oggi chiuso, del centro storico di Perugia.

Da tempo, Carlo Pagnotta, commerciante perugino appassionato di jazz e frequentatore di lungo corso dei maggiori festival europei, sognava un festival a casa sua. Ne parlò con due esponenti di spicco della allora neonata Regione dell’Umbria (entrambi poi sarebbero diventati presidenti) che dimostrarono di gradire l’idea e coinvolsero il loro collega al turismo. Fu stilato un programma artistico di massima con l’intervento di Alberto Alberti, allora il principale manager italiano dei musicisti di jazz, e la proposta andò in giunta. Fu approvata.