Leoni e leopardi da farne tappeti

Un tappeto di felini. Maxi sequestro al più grosso trafficante

Maxi sequestro di pelli di grandi felini avvenuto nelle scorse ore in Senegal. Lo rende noto l’ONG SALF, specializzata in attività antibracconaggio che, negli anni, ha portato a termine importanti sequestri di fauna selvatica. In questo caso, però, è molto difficile trovare un raffronto con il passato. Ben 106, infatti, le pelli di felini, come leoni e leopardi, individuate dalla Polizia locale in collaborazione con gli esperti del SALF.

Contrariamente a quello che può sembrare, il bracconaggio non incide in maniera molto negativa solo con i più conosciuti rinoceronti ed elefanti (da alcuni, non a caso, definiti specie “icone”). L’esempio più sorprendete è forse quello del leone. Ritenuto molto comune, è in realtà enormemente diminuito nel suo habitat d’elezione, ovvero la savana. Malattie, bracconaggio e caccia per i trofei, lo stanno decimando.

Nessun provvedimento serio sembra però essere stato preso per cercare di frenare la corsa verso l’estinzione. Sarebbe questo il caso dell’ultima conferenza CITES che si è svolta a Johannesburg, in Sudafrica. Il leone rimane così cacciabile in maniera legale e molti paesi continuano tutt’oggi a permettere l’importazione dei trofei. Teste o pelli intere, da appendere al muro o stendere in terra, come probabilmente era il destino di quelli sequestrati in Senegal. Il commercio illegale di parti di animali protetti, nasconde i suoi canali di distribuzione proprio nelle maglie della legislazione che regolamenta la vendita legale, proveniente, cioè, da cacce autorizzate. False certificazioni e corruzione dilagante sono i pricipali fattori che determinano il riciclo dei frutti del bracconaggio all’interno di canali puliti.

Per i fatti accaduti in Senegal, un uomo è stato tratto in arresto. Si tratterebbe del più grande trafficante di quel paese.

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