La storia degli asinelli di Castelbuono è stata raccontata a Casa Minutella dal sindaco del comune madonita Mario Cicero. E’ un progetto avviato tanti anni fa, quando l’amministrazione comunale decise di “arruolare” una pattuglia di asinelli per la raccolta dei rifiuti urbani. “Quello che ai tempi sembrava un progetto folkloristico – ricorda Cicero – oggi è una realtà consolidata e molti altri comuni italiani stanno seguendo questo percorso”.

La storia degli asinelli di Castelbuono, quando è l’animale a recuperare l’uomo

Al di là degli aspetti legati alla tutela ambientale, Cicero tiene a sottolineare il valore sociale di questo progetto. “Con questo lavoro, è l’asino a recuperare l’uomo. Sui fianchi degli asinelli vengono poggiate delle casse che servono per la raccolta dei rifiuti. Gli animali vengono condotti in giro per la città a recuperare i rifiuti che poi vengono conferiti a norma di legge. Invece di usare compattatori e camion inquinanti, il servizio viene così gestito da un asinello e da un uomo che lo porta in giro. Grazie a questo progetto riusciamo a coinvolgere soggetti che hanno vissuto vicende di disagio sociale o di disabilità motorie. E’ un progetto grandissimo che fa lavorare diversi ragazzi di Castelbuono”.

La storia degli asinelli di Castelbuono, ecco come è iniziata

L’intuizione di sostituire gli autocompattatori con gli asinelli risale al 2007. L’idea partiva da un fatto semplice. Castelbuono è un meraviglioso borgo medievale. Le stradine strette, silenziose quanto ripide di Castelbuono mal si addicevano al passaggio degli autocompattatori. Così si decise di puntare sulle asinelle ragusane. I dati dei primi anni di quel servizio dimostrarono  un grande risparmio economico e una  crescita della raccolta. Le asinelle si dimostrano abilissime nella gestione del servizio, con un aumento del volume dei rifiuti raccolti. Non mancarono ovviamente le polemiche.  Ma l’amministrazione comunale di Castelbuono riuscì a dimostrare che gli animali non venivano sfruttati. Turni da cinque ore di lavoro al giorno, un giorno di riposo settimanale e condizioni di vita assolutamente sicure, con costanti visite veterinarie. Quando un giorno non potranno più lavorare c’è già pronta una struttura in grado di accoglierle per la meritata “pensione”.

 

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