Una ragazza è rimasta gravemente ferita dopo essere stata colpita da alcuni colpi di fucile esplosi in piazza Nascè, a pochi passi e a due anni esatti di distanza dall’omicidio Celesia, avvenuto nella discoteca Notr3 di via Pasquale Calvi.
La sparatoria è avvenuta intorno alle due e mezza di notte. Secondo una prima ricostruzione, la giovane non sarebbe stata l’obiettivo dell’azione armata, ma una vittima collaterale della sparatoria esplosa in strada. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita.
La giovane ferita per sbaglio da un colpo di fucile mentre si trovava in centro a Palermo in piazza Nascè si chiama Valentina Peonio. La giovane era in compagnia di alcuni amici quando è stata ferita da un colpo partito da un fucile. Non sarebbe stata lei il bersaglio, sarebbe stata colpita per errore. Chi ha sparato era a bordo di una Smart.
La giovane è stata trasportata in codice rosso dai sanitari del 118 all’ospedale Villa Sofia.
Ma la follia prosegue con la fuga dell’aggressore a bordo di una Smart. Subito dopo aver sparato, ha investito due pedoni all’altezza di via Mazzini durante la corsa per far perdere le proprie tracce. E poi ha proseguito in direzione piazza don Bosco.
Poco dopo, intorno alle 3, l’intera area all’altezza di piazzetta Nascè è stata chiusa al traffico e transennata dalla polizia e dai carabinieri con il nastro rosso e bianco. Gli agenti hanno avviato i rilievi e le attività di controllo. Le indagini sono in corso per chiarire la dinamica della sparatoria e individuare i responsabili. Tra le piste battute dagli investigatori ci sarebbe anche un regolamento di conti tra bande.
Colpi di fucile a Palermo: Zacco, fatto grave in piena zona rossa
Quanto accaduto nelle ultime ore nel centro di Palermo, con colpi d’arma da fuoco esplosi durante la notte in aree densamente frequentate, non può essere considerato un episodio isolato. È il segnale evidente di una condizione di insicurezza che incide profondamente sulla qualità della vita dei cittadini e che richiede risposte immediate, serie e strutturali.
Non è accettabile che, dopo l’istituzione delle cosiddette “zone rosse” nei fine settimana, una persona possa sparare in pieno centro cittadino e non venga immediatamente individuata e arrestata. Ancora più grave è constatare che tali misure, così come oggi applicate, hanno finito per spostare i soggetti violenti di pochi metri, trasferendo il problema appena fuori dai perimetri sorvegliati. In questo modo la violenza non viene fermata, ma semplicemente redistribuita, lasciando scoperte strade e quartieri immediatamente adiacenti.
I nostri giovani palermitani hanno il diritto di uscire, incontrarsi e godersi la vita, senza vivere nel timore che una serata possa trasformarsi in una tragedia. Non possono e non devono continuare a essere condizionati da chi non ha rispetto della vita, delle regole e della convivenza civile, e sceglie consapevolmente l’illegalità. Vivere la città in sicurezza è un diritto, non una concessione.
Allo stesso modo, i titolari delle attività commerciali, i gestori dei locali e i loro dipendenti hanno il diritto di lavorare in sicurezza, senza essere esposti a violenze, minacce o situazioni di rischio che nulla hanno a che fare con l’economia sana e con il lavoro onesto. La sicurezza è una condizione imprescindibile anche per tutelare l’impresa, l’occupazione e la tenuta del tessuto economico cittadino.
La sicurezza non può essere garantita a compartimenti stagni né limitata a poche strade o a determinate fasce orarie. Quando il controllo del territorio è parziale, si alimenta un pericoloso senso di impunità. È ormai evidente che le zone rosse, da sole, non stanno producendo gli effetti sperati e che occorre un cambio deciso di strategia.
Il tema della sicurezza riguarda tutti i quartieri della città. In una fase come questa è necessario assicurare un controllo continuo, reale e capillare del territorio, ventiquattro ore su ventiquattro. Per questo ritengo indispensabile il ricorso a strumenti straordinari, incluso l’impiego strutturale dell’Esercito a supporto delle forze dell’ordine, con una presenza stabile e visibile, capace di garantire deterrenza e rassicurazione ai cittadini.
In questo contesto, Palermo ha bisogno di una guida prefettizia autorevole, capace di esercitare pienamente il ruolo di coordinamento e indirizzo delle politiche di ordine pubblico, con fermezza, esperienza e capacità di gestione di scenari complessi. Una città come Palermo, per dimensioni, criticità e delicatezza sociale, non può permettersi incertezze: serve autorevolezza, visione e una presenza dello Stato chiaramente percepibile.
Il ricordo dell’omicidio del giovane Paolo Taormina, così come la memoria ancora viva della tragedia di Monreale, non possono essere relegati a semplici fatti di cronaca. Sono episodi che impongono una riflessione profonda e una risposta istituzionale all’altezza della gravità della situazione.
Come Consigliere comunale ritengo doveroso affermare che servono decisioni più forti, una revisione profonda delle attuali strategie di sicurezza e una guida istituzionale capace di restituire fiducia ai cittadini. Palermo ha bisogno di presenza dello Stato, controllo reale del territorio e responsabilità chiare.
La sicurezza è un diritto fondamentale dei cittadini, dei giovani, di chi lavora e di chi investe nella città. Continuerò a portare questa richiesta con determinazione nelle sedi competenti, perché la tutela della vita, della libertà e del lavoro viene prima di ogni altra considerazione.






Commenta con Facebook