Dopo 26 giorni di guerra, oggi 1 novembre, è stata concordata una breve apertura del valico di Rafah per consentire l’uscita di 81 palestinesi gravemente feriti per la prestazione di cure urgenti in Egitto. Nell’ambito di questo accordo è stata garantita anche l’uscita di operatori stranieri e cittadini palestinesi con doppia cittadinanza.
Tra loro ci sono anche il capo missione del Ciss Jacopo Intini e la responsabile di area Ciss, Amal Khayal.
“La decisione di uscire dalla Striscia di Gaza è stata molto sofferta, ma necessaria” dichiara Sergio Cipolla, presidente del Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud. “Il nostro ruolo, in quanto Ong, è quello di stare al fianco della popolazione, ma le condizioni drammatiche sul campo non ci consentono l’operatività.”
“In nessun caso possiamo considerare questa una vittoria” afferma Valentina Venditti, responsabile Medio Oriente del Ciss. “Nostri operatori e operatrici CISS all’interno della Striscia di Gaza sono ancora a rischio così come tutta la popolazione. Il sistema sanitario è al collasso e il ministero della salute oggi ha annunciato che, entro poche ore, i generatori all’interno degli ospedali inizieranno a spegnersi per mancanza di carburante impedendo, di fatto, di curare gli oltre 22.000 feriti all’interno della Striscia. I morti causati dai bombardamenti israeliani sono più di 8.500 tra cui più di 3500 bambini e bambine”.
L’Ong siciliana Ciss ha chiesto, attraverso tutti i canali, il cessate il fuoco, la revoca dell’ordine di evacuazione e dell’assedio totale, l’ingresso di aiuti umanitari salvavita per una popolazione stremata, il rispetto del diritto internazionale e la tutela della popolazione civile.
“Non ci siamo mai fermati durante questi giorni e non ci fermeremo adesso. Il CISS, con il prezioso contributo di Jacopo e Amal, del nostro staff e dei nostri partner a Gaza continuerà a lavorare al fianco della popolazione palestinese” conclude Sergio Cipolla.
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