Omelia della Messa di inizio anno

Arcivescovo di Palermo ai politici: “Esistete perché altri stiano bene, uomo istituzioni deve essere terapeuta” (VIDEO)

Una messa d’inizio anno quella dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, celebrata a Palazzo delle Aquile, dalle parole forti con un forte richiamo alla responsabilità della politica nella risposta ai bisogni di una società quale quella palermitana duramente provata dalle crisi che sono plurime, morali, sociali ed economiche. Ad ascoltarlo, tra gli altri,  il sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, il questore Guido Longo, il comandante interregionale dei carabinieri Silvio Ghiselli.

Un unico filo conduttore da percorrere per Lorefice: “ricominciare dalle periferie” dai più emarginati, ma per far questo occorre “custodire lo stupore contro la stupidità, per continuare a cercare il bene. I Magi rappresentano gli uomini e le donne di ogni tempo che si mettono in cammino e custodiscono la ricerca e lo stupore. Il non essere mai paghi, avere la percezione dello scarto tra quello che si può e quello che si deve ancora raggiungere senza che la supponenza prenda il sopravvento”.

Senza giri di parole le parole rivolte ai politici e agli esponenti delle istituzioni: “Voi esistete perché gli altri stiano bene. Chi ha autorità esiste perché la gente sia sollevata dalla sofferenza. Si assume un servizio per mettere la propria vita a disposizione di altri. Ogni uomo delle istituzioni, vale anche per me, deve essere un terapeuta. Abbiamo il dovere di aiutare gli altri, di coltivare un cuore umano”. Ma anche un pensiero verso i più deboli, quelle periferie su cui tutta l’omelia si è mossa, verso “chi oggi a Palermo sente freddo, non ha casa, non ha lavoro. A tutti quelli che bussano continuamente per chiedere aiuto e stringe il cuore perché purtroppo non si può trovare una soluzione per tutti. Ognuno di noi faccia sì che Palermo garantisca a tutti i diritti fondamentali della dignità della persona. Facciamolo insieme”. Prima della benedizione il sindaco ha preso la parola ringranziando l’arcivescovo: “Costruire una città misericordiosa è costruire una casa comune nel rispetto della persona umana. Luce e pace dovrebbero fare di Palermo, che è in cammino, quella città dell’accoglienza che ha trovato attenzione anche da Papa Francesco”.

 

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