Era latitante da tre anni. Tra i cento latitanti più pericolosi. E’ stato preso a Palermo nella zona della stazione in un’appartamento dove viveva da solo con a fianco una pistola con matricola abrasa calibro 38 e circa 5 mila euro. I carabinieri lo avevano cercato per anni.

Alla fine questo pomeriggio in via Recupero c’è stato il blitz. Giuseppe Auteri non ha opposto resistenza. Non ha detto una parola e si è fatto ammanettare. Dentro il covo sono in corso i rilievi e si sta facendo l’inventario di quello che c’è dentro.

Per gli inquirenti materiale importantissimo. Auteri era in piena attività e teneva la cassa del mandamento di Porta Nuova, il più potente e importante di Cosa nostra nel capoluogo e in provincia.  Era il reggente che poteva contare su una rete di fiancheggiatori che con molta discrezione gli hanno garantito la latitanza. Non aveva contatti con la famiglia. Era molto accorto negli spostamenti e aveva tagliato tutti i rapporti con i familiari o con gli amici fedeli.

Solo questa sera fuori dal comando provinciale c’erano alcuni parenti che attendano l’uscita del boss per dovrebbe uscire dal comando provinciale per raggiungere il carcere Lorusso di Pagliarelli.

Il blitz dei carabinieri è stato coordinato dal procuratore capo Maurizio de Lucia, dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Gaspare Spedale e Federica La Chioma.

Giuseppe Auteri, conosciuto con l’appellativo di “Vassoio”, viene indicato come il reggente del mandamento di Porta Nuova. I pentiti lo definiscono uno degli esponenti più affidabili della cosca “perché già ha fatto tanti anni di carcere”. Auteri ha infatti riportato condanne definitive sia per mafia che per estorsione aggravata. Un uomo ambizioso, molto vicino al boss Tommaso Lo Presti “il lungo”. Proprio dopo la scarcerazione di Lo Presti avrebbe conquistato un ruolo di vertice nel mandamento di Porta Nuova, il più importante nel capoluogo.

“È un risultato investigativo importante. Una ulteriore risposta che l’Arma è l’autorità giudiziaria danno per rendere ancora più vivibile Palermo. La lotta e il contrasto a cosa nostra passa anche dall’arresto dei grossi latitanti e sicuramente Auteri possiamo considerarlo tale”.

Lo ha detto il generale Luciano Magrini, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, incontrando i giornalisti dopo l’arresto di Giuseppe Auteri, 48 anni, latitante dal 2021 inserito nella lista dei criminali più ricercati in Italia. Auteri – considerato reggente del mandamento di Porta Nuova, uno dei più importanti di Palermo – al momento dell’arresto non ha opposto resistenza. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il colonello Ivan Boracchia, comandante del reparto operativo, e il tenente colonello Domenico La Padula, comandante del Nucleo investigativo.

“L’indagine è durata due anni – ha aggiunto il colonnello Boracchia – è stata una indagine molto complessa e articolata che coniuga l’investigazione di qualità con l’impiego di tecnologie aggiornate e controllo del territorio, che è il nostro punto di forza”. Auteri “era molto accorto nel gestire la latitanza – prosegue il colonnello Boracchia – motivo per cui era riuscito in questi due anni a rimanere irreperibile. Sono in corso accertamenti, non possiamo entrare nel merito”. Ma, fa sapere “c’è molto materiale…”.

“Il latitante al nostro arrivo non ha opposto resistenza”. Lo ha detto il tenente colonnello Domenico La Padula, comandante del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo.

“Sapevamo di operare in un ambiente circoscritto – dice La Padula – ha aperto senza opporre resistenza, è rimasto in silenzio. Era da solo in questa palazzina. Dentro l’appartamento sembrava disabitato con le finestre chiuse”. Auteri abitava in una “palazzina popolare piena di famiglie, un condominio dove abitavano anche altre famiglie. Abitava al secondo piano”.