Sono ben 47 le domeniche del 2016 nel corso delle quali gli uccellatori del mercato palermitano di Ballarò, hanno potuto tranquillamente vendere l’avifauna protetta. Due soli, infatti, gli interventi repressivi messi in atto mentre, sostanzialmente inapplicata, è rimasta la mozione approvata in Consiglio Comunale lo scorso luglio, che avrebbe dovuto vincolare la Giunta ad intervenire, con il tramite della Polizia Municipale, nella repressione del mercato domenicale dei bracconieri.
Le denunce del CABS, il nucleo di volontari specializzati in antibracconaggio con sede a Bonn, che ormai da mesi stanno monitorando il mercato, sembrano ora avere sortito un effetto che si spera decisivo. Il tutto anche alla luce dei provvedimenti già annunciati dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia, in tema di mancata repressione del fenomeno del bracconaggio.
Il Ministero dell’Ambiente, informa il CABS, nella persona della Dirigente del Servizio Conservazione della Natura ha chiesto conto alle autorità palermitane già attenzionate dai protezionisti, di cosa è stato finora fatto per reprimere l’incredibile compravendita di specie protette dalla legge. Una lettera in possesso del CABS e giudicata dai toni molto duri. Congiuntamente, gli stessi protezionisti hanno attivato un team di legali volto a valutare l’eventuale danno erariale e le conseguenze che potrebbero derivare qualora riscontrati comportamenti di natura omissiva.
Intanto, anche nelle scorse domeniche, a Ballarò sono stati venduti centinaia di esemplari di Cardellini, Fringuelli, Verdoni ed altri uccelli appartenenti alla famiglia dei fringillidi. Tutti animali protetti sia dalla legislazione nazionale che comunitaria. Una vergogna, afferma il CABS, che non ha pari in  Europa e che mostra una faccia di Palermo che non ha nulla da invidiare a quella dei peggiori mercati di fauna selvatica tipici, però, del terzo mondo.

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