L’avvocato palermitano Mario Bellavista non difenderà più la sorella di Recaldo Thomas, il cuoco morto, insieme ad altre sei persone, nel naufragio del Bayesian, il mega yacht del magnate britannico Mike Lynch colato a picco, ad agosto scorso, durante una tempesta nel mare di Porticello (Pa).
La familiare della vittima, unico dell’equipaggio a perdere la vita, ha revocato il mandato a Bellavista, che stava seguendo il procedimento penale in corso a Termini Imerese a carico del comandante James Cutfield, dell’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton e del marinaio di guardia quella notte Matthew Griffiths.
L’avvocato è stato informato da un collega della decisione della sorella di Thomas che, a quanto si apprende, sarà rappresentata in giudizio da uno studio di difensori internazionali che ha una sede anche a Palermo. Dietro la revoca non ci sarebbero errori o inefficienze commesse da Bellavista. La partita sarebbe, infatti, molto più grande e soprattutto sarebbe legata alla transazione avviata per i risarcimenti dei danni alle vittime (Mike Lynch, sua figlia Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e la moglie Judy, il legale Chris Morvillo e la moglie Neda e il cuoco). Attore principale della transazione è la P&I, la compagnia assicurativa che paga anche le spese legali degli indagati e che si è addossata il costo del recupero del relitto (35 milioni di euro).
Ovviamente sulla quantificazione dei risarcimenti, che è l’oggetto della transazione stessa, ha un peso decisivo la responsabilità o meno nel naufragio dei tre dell’equipaggio. Tanto che la P&I si fa carico degli onorari degli avvocati solo se la loro strategia difensiva è funzionale agli interessi dell’assicurazione e quindi se mira ad escludere le colpe di Cutfield e degli altri puntando su possibili difetti di costruzione dello yacht. Bellavista, invece, aveva un’idea diversa delle cause del naufragio legata proprio alla responsabilità degli indagati: la sua azione, dunque, non era in linea con quella sostenuta dalla compagnia e la revoca era inevitabile.
Bayesian: legale, nessun complotto dietro revoca mandato
Bayesian: legale, nessun complotto dietro revoca mandato (Bayesian: revocato mandato al legale”… delle 13:33) (ANSA) – PALERMO, 23 LUG – “Lo studio Giambrone ha come unico scopo la tutela dell’interesse dei clienti. Nessuno può influenzare le nostre scelte o fare pressioni di qualunque tipo”. L’avvocato Gabriele Giambrone, fondatore dello studio legale di diritto internazionale Giambrone & Partner, smentisce seccamente che dietro alla revoca del mandato di uno dei componenti del suo team, Mario Bellavista, dalla difesa della sorella del cuoco morto nel naufragio del Bayesian, ci sia una divergenza di vedute sulla linea da tenere. A consigliare lo studio Giambrone, che ha sedi in diversi Paesi, ai parenti di Recaldo Thomas, deceduto nell’affondamento del mega yacht ad agosto scorso, è stato lo studio londinese Keystonelaw. Inizialmente ad assistere i familiari della vittima erano 4 avvocati del team di Giambrone tra cui Bellavista che è of counsel dello studio.
“Nei giorni scorsi abbiamo rappresentato ai clienti le spese affrontate finora e quelle che si sarebbero dovute affrontare, soprattutto in relazione alle consulenze tecniche da svolgere in un caso così complesso. Si tratta di costi importanti per loro, perciò ci hanno chiesto una razionalizzazione delle spese”, spiega Giambrone. “La decisione, presa formalmente dalla famiglia della vittima, deriva esclusivamente da esigenze di contenimento dei costi – aggiunge – Ed è relativo a questa fase delle cose. Nulla esclude che, se il procedimento dovesse richiedere l’impiego di altre forze, il team tornerebbe a 4. Al momento per venire incontro ai clienti ad occuparcene saremo in due”. Nessuno, dunque, si legge tra le parole di Giambrone, ha ritenuto “scomodo” Bellavista per le sue idee sul naufragio nè, dietro alla revoca, ci sarebbero le pressioni della compagnia che dovrebbe risarcire le vittime in caso di accertata responsabilità degli indagati: il comandante e due componenti dell’equipaggio. “Noi – spiega l’avvocato – continuiamo a sostenere, ovviamente cercandone i riscontri, la tesi della Procura che sta valutando eventuali errori o negligenze dell’equipaggio. Il caso è molto complesso e allo stato non si possono trarre conclusioni nè escludere concause come ad esempio difetti nell’imbarcazione. Quel che mi preme sottolineare – conclude – è che dietro le scelte fatte non c’è alcun secondo fine”.






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