Il campetto comunale parco di Sofia a Carini dove ieri è morto Gabriele Conigliaro di 12 anni è stato sequestrato dai carabinieri che ieri fino a tarda sera hanno proseguito nei controlli per cercare di ricostruire cosa sia successo. Sono stati controllati gli ancoraggi delle porte che non sono apparsi del tutto sicuri.

Indagini sulle responsabilità

Poi si è iniziato a individuare le responsabilità della manutenzione del campo, l’agibilità e a chi spettasse il controllo della struttura. Spetterà al Comune guidato dal sindaco Giovì Monteleone rispondere a tutte le domande dei carabinieri che hanno avviato un’indagine coordinata dalla procura. Dopo l’ispezione sul corpo del bambino da parte del medico legale è stata disposta la restituzione della salma alla famiglia per celebrare i funerali.

Il luogo della tragedia

Il tragico incidente si è verificato nel parco comunale Sofia. Secondo una prima ricostruzione il bambino di 12 anni avrebbe scavalcato il cancello insieme ad altri compagni e avrebbe iniziato a giocare. Poi forse si sarebbe aggrappato alla porta che lo ha travolto provocandogli un grave trauma cranico. Sono ancora in corso i rilievi dei carabinieri.

Familiari e amici ancora increduli

Nei pressi del campo ci sono i familiari e gli amici. Si sta cercando di ricostruire quanto avvenuto anche con il racconto dei compagni di gioco. Sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno cercato di rianimare il ragazzo in tutti i modi senza riuscirci. “Non si può morire così – ha detto il fratello Daniele su Facebook  – Mio fratello era andato al parco per giocare a pallone e adesso non c’è più…”.

Un Paese sotto shock

Carini è ancora sotto shock dopo la tragedia di Gabriele Conigliaro. Il sindaco Giovì Monteleone esterna tutta la sua amarezza e si augura che l’autorità giudiziaria faccia luce su quanto accaduto.

Il sindaco: “Un parco nato per riscattare la città”

In una lettera il primo cittadino esterna la sua amarezza: “Il dolore per quanto successo è molto profondo – afferma – per la disgrazia e la perdita di una giovane vita, ma anche perché il ‘parco di Sofia’ l’abbiamo fortemente voluto creare come simbolo di riscatto di un’intera città. Quel parco sorge dove prima c’era una discarica e serve proprio per i giochi di bambini e i ragazzi di quella zona periferica di Carini. Ma abbiamo anche sempre saputo che la gestione di impianti di questo genere è complicata e per questo ho sempre dato le disposizioni agli uffici affinché fosse vigilato e gestito a dovere e secondo le norme previste”.

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