Ben quattro processi, una cortina di fumo molto più alta di quella sollevata dalla bomba e un “cordone” di depistaggi. Quella della strage di Via D’Amelio è anche la storia di uno dei più grandi insabbiamenti d’Italia. Una vicenda degna delle più fantasiose spy story ma che, purtroppo, è, invece, dolorosa realtà.

I depistaggi iniziati appena esplosa la bomba

La storia dei depistaggi inizia subito quando ancora in via D’Amelio non era ancora certo neanche che le vittime fossero davvero loro, Borsellino e la sua scorta. Dall’auto sembra sparire una borsa ma forse non è neanche questo il vero tema

Il processo

Il primo processo viene imbastito interamente su una storia di pure invenzione. E’ una ricostruzione che parte dalle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. I giudici pronunciano condanne all’ergastolo per alcuni imputati ma tutto verrà ribaltato in appello quando il bluff viene scoperto e Scarantino viene condannato per calunnia e favoreggiamento.

Borsellino bis

Il 21 ottobre del 1996 si apre il processo bis che si concentra sugli esecutori materiali ma anche questa volta le dichiarazioni dei pentiti non sono affidabili. Alla fine scatta la condanna per Salvatore Madonia e Vittorio Tutino, confermata in appello. In primo grado, però, erano stati inflitti 17 ergastoli e 175 anni di reclusione, con dieci assoluzioni. Alcune condanne in primo grado, come quelle per Giuseppe Farinella, Giuseppe Madonia, Nitto Santapaola, Nino Giuffrè, Salvatore Montalto e Matteo Motisi, non vennero confermate proprio per l’inaffidabilità dei pentiti, stavolta Calogero Pulci e Francesco Andriotta che vennero, a loro volta, condannati per calunnia.

Borsellino ter

Il processo Borsellino ter è iniziato il 28 gennaio 1998 davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta. Per la prima volta si parla apertamente di depistaggio con le accuse mosse a tre poliziotti: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, tutti legati alla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino. Sarebbero stati guidati dal questore Arnaldo La Barbera, ex capo della mobile e questore di Palermo nel frattempo deceduto. Dopo tre gradi di giudizio il processo non è ancora concluso visto che la cassazione ha annullato e spostato a Catania un nuovo appello

Borsellino quater e indagini verso il quinto processo

Ma intanto è in corso il processo Borsellino quater. Scarantino esce di scena con il suo reato ormai prescritto. Ma ci saranno altri gradi di giudizio per esecutori e mandanti ma l’attenzione ormai è alle indagini che porteranno inevitabilmente ad un quinto processo. Il mega depistaggio sarebbe stato ordito da magistrati di Palermo e Caltanissetta e messo in pratica da poliziotti e agenti segreti. Secondo la procura era già stata insabbiata una indagine sui rapporti fra mafia ed imprenditoria milanese e Borsellino sarebbe stato ucciso perché voleva riaprirla. Accuse pesanti mosse procuratori e magistrati del pool antimafia. Dopo decenni adesso si passano al setaccio intercettazioni che erano state formalmente distrutte ma che, invece, sono state ritrovate. Ma le ipotesi ancora non risolvono il mistero