I giudici d’appello della Corte dei Conti sezione giurisdizionale, presieduta da Pino Zingale, hanno condannato a restituire alla Regione 242 mila euro il funzionario Emanuele Currao e il dirigente in pensione Concetta Cimino.
Definitiva anche la condanna per Amalia Princiotta Cariddi, 41 mila euro, e Antonino Di Prima, 8 mila euro. Per tutti la condanna è in via sussidiaria, pagano se non paga Currao.
Si chiude così la vicenda contabile dell’inchiesta che aveva portato in carcere il funzionario Emanuele Currao accusato nell’inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo, di intascarsi i soldi dei fornitori della Regione. Il funzionario modificava sui mandati le cifre dell’Iban che finivano sul suo conto.
La dirigente Concetta Cimino avrebbe dovuto vigilare e non lo avrebbe fatto. Per questo è stata condannata. Secondo quanto accertato nell’inchiesta dei finanzieri Currao entrava nel sistema con le password della dirigente. Anche per Amalia Cariddi e Di Prima la condanna è arrivata per omesso controllo delle operazioni illecite. Per tutti la condanna è “in via sussidiaria rispetto a Currao”.
Pagheranno cioè solo se non lo farà l’ex funzionario. “Per gli appellanti va confermato l’elemento psicologico della colpa grave, e la condanna deve procedere a titolo sussidiario a carico del Currao, la cui responsabilità a titolo di dolo risulta ormai coperta da giudicato – si legge nella sentenza – In conclusione, quindi, gli appelli possono trovare accoglimento limitatamente alla ridefinizione, per tutti gli appellanti, della responsabilità a titolo di colpa grave ed in via sussidiaria, ciascuno per gli importi di pertinenza, nei confronti di Emanuele Currao, a carico di quest’ultimo”.
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