Si chiama Luca Nivarra, è un docente della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo. Di lui, fino ad oggi, avevano sentito parlare solo i suoi studenti, a parte una vicenda di una decina di anni fa coperta oggi dalle leggi sull’oblio. Ma adesso lo conosce tutta Italia, e non soltanto, dopo un post antisemita su Facebook.
E’ uno degli effetti della campagna d’odio contro Israele in corso in tutto il mondo occidentale da parte delle sinistre.
L’olocausto social proposto dal professore
Nivarra ha deciso per il suo personale “olocausto social”: “Non voglio intromettermi in questioni che non mi riguardano direttamente ma, avendo a disposizione pochissimi strumenti per opporci all’Olocausto palestinese, un segnale, per quanto modesto, potrebbe consistere nel ritirare l’amicizia su Fb ai vostri “amici” ebrei, anche a quelli “buoni”, che si dichiarano disgustati da quello che sta facendo il governo di Israele e le IdF” scrive il professore sul suo profilo social.
Ma non basta, la colpa sta nell’essere ebreo a prescindere dalle proprie posizioni sulla Palestina “Mentono e con la loro menzogna contribuiscono a coprire l’orrore: è una piccola, piccolissima cosa ma cominciamo a farli sentire soli, faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici”
La pioggia di critiche e insulti
Sul professore sono prima piovuti insulti e accuse di antisemitismo. Poi è arrivata la condanna da parte del Ministro Bernini e anche la sua Università ha preso le distanze ma lui continua imperterrito sostenendo, in un altro post, di non essere antisemita ma ribadendo il suo concetto ribadendo, al contrario, che dalla nascita di Israele “l’antisemitismo è stato scientemente usato come arma finale nei confronti di quanti manifestavano riserve sulla politica colonialista razzista e suprematista perseguita da Israele nei confronti dei palestinesi”. Insomma il prof non è antisemita ma anti Israeliano.
Il rettore di UniPa: “No alla censura ideologica”
“Prendo le distanze da quanto dichiarato dal professore Luca Nivarra. Invitare a togliere i contatti su Facebook agli ‘ebrei’ è una proposta che rischierebbe di alimentare le stesse dinamiche che afferma di voler contrastare gli risponde con una nota pubblica il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri.
“Su temi complessi come il conflitto in Medio Oriente, la strada da percorrere deve essere quella del dialogo e del confronto critico, non dell’isolamento e di ciò che si avvicina a una censura ideologica”.
La posizione dell’Università
“Nel corso del 2024, e confermato anche nel 2025, il Senato e il CdA del nostro Ateneo hanno approvato diverse mozioni sul conflitto in Palestina, – ricorda Midiri – condannando sia il brutale e insensato attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, sia la successiva azione militare di Israele a Gaza. L’Ateneo ha condannato e condanna con fermezza le atrocità commesse dal governo israeliano in Palestina, ribadendo la più decisa opposizione e la più aspra denuncia contro la prosecuzione di un conflitto che continua a ledere i diritti umani e a colpire programmaticamente un’intera popolazione”.
La distanza quasi siderale
“L’appello del professor Nivarra rappresenta un’iniziativa personale culturalmente pericolosa e lontana dai principi del nostro Ateneo” conclude il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri.






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