Casa Felicia non tornerà mai nella disponibilità della famiglia Badalamenti. Ospite di Casa Minutella. il Sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo ha spiegato le strategie dell’amministrazione comunale per evitare che il casolare intitolato a Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato, ritorni al figlio del capomafia Tano Badalamenti. E’ una storia di follia amministrativa e burocratica.

Casa Felicia e la sentenza a favore di Badalamenti jr.

Tra i beni confiscati ai Badalamenti c’è anche quel casolare, finito al centro di un ginepraio amministrativo. La struttura viene confiscata e poi assegnata al Comune di Cinisi. L’amministrazione ne affida le sorti alla Casa Memoria, la Onlus che ricorda il giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. Il Comune avvia la ristrutturazione e spende quasi 400 mila euro per rimetterlo in sesto.  E decide di affidarlo alla Onlus.  La storia si complica per una questione di “particelle catastali”. Insomma, secondo il Tribunale di Palermo, quel bene non doveva essere confiscato. Una sentenza stabilisce che debba essere restituito a Leonardo Badalamenti, figlio del padrino di Cinisi. Si attiva l’Agenzia dei Beni confiscati alla mafia per far sì che quel bene venga restituito al figlio di Gaetano Badalamenti. Lo dice una sentenza.

Comune di Cinisi pronti a pagare equo indennizzo

Per il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, il finale della storia di Casa Felicia è già scritto. ” Metto un punto fermo su questa vicenda, a prescindere dalla legittimità di richiesta di Leonardo Badalamenti. C’è una norma di legge che dice che il Comune può ottenere il bene confiscato pagando un indennizzo. Il comune si avvarrà di questa norma di legge,  quindi la conclusione è già scritta. Casa Felicia rimarrà, quel casolare più non tornerà più a Badalamenti”

“Siamo in uno stato di diritto -spiega Palazzolo – il Comune di Cinisi, intanto, sta approfondendo attraverso il proprio legale se intraprendere azioni a sostegno per contestare questa sentenza a favore di Badalamenti a suo favore o se invece avviare una procedura per riconoscere un equo indennizzo. Il casolare, comunque, rimane al Comune di Cinisi”.

Casa Felicia, 400 mila euro per ristrutturarlo

Palazzolo spiega anche in cosa consista l’equo indennizzo: “significa rapportare il valore del bene all’epoca del momento in cui è stato confiscato. Quando il bene è stato confiscato era un rudere che che stava venendo giù. Il Comune di Cinisi su questa casa ha speso 400.000 euro e oggi ha un valore immobiliare enorme ma l’indennizzo non va stabilito sul valore attuale”. Alla puntata di Casa Minutella hanno partecipato anche Giovanni e Luisa Impastato  (della Onlus Casa Memoria) e il caporedattore centrale del settimanale “L’Espresso”, Enrico Bellavia.

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