“La corte d’appello di Messina ha riconosciuto un risarcimento danni al deputato Cateno De Luca di 15 mila euro, ritenendo che sia stato in carcere ingiustamente. Lo stesso provvedimento è stato emesso nei confronti del presidente della Fenapi, Carmelo Satta, anche lui arrestato nelle indagini che hanno coinvolto il deputato e che si sono concluse con l’assoluzione di entrambi”.

Lo fanno sapere gli avvocati dell’attuale sindaco di Taormina Cateno De Luca, i penalisti Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi. “De Luca fu arrestato la prima volta mentre si stava svolgendo il consiglio comunale di Fiumedinisi – aggiungono i legali – Una seconda volta fu arrestato due giorni dopo essere stato eletto deputato al Parlamento regionale”.

Ci sarà un risarcimento civile

“I conti, però, non sono ancora chiusi” scrivono ancora gli avvocati che annunciano altri ricorsi alla ricerca di responsabilità personali  per stabilire la sussistenza o meno di comportamenti disciplinarmente, e non solo, censurabili”.

De Luca più adirato che soddisfatto

“Ci hanno riconosciuto 16.532,83 euro a testa per 13 giorni di arresto e per tutti i danni di immagini che abbiamo subito a seguito dell’arresto del 8 novembre 2017” scrive il deputato regionale e sindaco di Taormina.

“Pensate che tra consulenti ed avvocati abbiamo speso oltre 500 mila euro per difenderci da dieci anni di indagini e da un processo surreale che ci ha visti per l’ennesima volta assolti per non aver commesso il fatto. Abbiamo dovuto smontare una montagna di accuse di evasione fiscale, false fatturazioni e falsificazioni di scritture contabili con oltre 300 sedi della Fenapi sparse in tutta Italia che tra il 2014 ed il 2015 sono state perquisite per ben due volte ed i nostri dipendenti e collaboratori messi sotto torchio e qualche volta anche intimiditi”.

Altri quindici processi, non ci sono soldi che bastino

“Inoltre, Io ho subito altri quindici processi e procedimenti penali con un primo arresto il 27 giugno 2011 e sono stato sempre assolto. Non ci sono soldi che potranno mai consolare le lacrime, l’amarezza e la gogna che abbiamo subito, ma quello che ci ripaga certamente sono le affermazione contenute nell’ordinanza che ha statuito il risarcimento per l’ingiustizia subita”.

“Nonostante tutto questo – dice Cateno De Luca – vogliamo ringraziare gli uomini e le donne che nella magistratura riescono a garantire una giustizia giusta. Noi non siamo mai scappati dai processi e siamo stati assolti grazie a magistrati che hanno avuto l’onestà e il coraggio di smontare le trappole che erano state create per ammazzarci”

“Ho subito processi meramente politici e l’ordinanza della Corte d’appello lo ha certificato definitivamente – sostiene il politico -. Ci auguriamo di aver fugato ogni dubbio sulla nostra onestà. Ci aspettiamo le scuse dai politici blasonati che hanno contribuito alla gogna mediatica, da certa stampa spazzatura e giornalisti che usano la penna come la lupara, degli s… dei social…”.

Politica chieda scusa a De Luca

“Il caso De Luca è emblematico: è necessario fare chiarezza, con fermezza, sul rapporto politica-magistratura. Nelle ultime settimane stiamo vedendo un’escalation di casi politico-giudiziari che coinvolgono vertici di amministrazione comunali, massime cariche regionali e nazionali.
Abbiamo visto come diversi partiti politici scelgano in modo altalenante se essere garantisti o giustizialisti, in base alla convenienza politica del momento” scrivono in una nota da Sud chiama Nord. Il movimento non ha dubbi, sa da che parte stare: dalla parte del garantismo.

“Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, però, una indagine non può portare a destabilizzare il lavoro delle amministrazioni pubbliche. Lo ribadiamo con fermezza anche alla luce della sentenza della Corte di Appello di Messina che proprio nella giornata di ieri ha riconosciuto le somme per l’ingiusta detenzione di Cateno De Luca e Carmelo Satta”.

“I due hanno subito 15 anni di processi giudiziari, giorni di ingiusta detenzione e una gogna mediatica inaudita. È stato tutto superato solo grazie alla caparbietà di entrambi e all’ingente sforzo economico necessario per affrontare questi anni di processi, che hanno portato all’assoluzione dei due”.

“Ci chiediamo però: quanti cittadini sarebbero stati in grado di affrontare un calvario del genere?
Alla luce di tutto ciò oggi, nel sostenere la riforma della separazione delle carriere portata avanti dal governo Meloni, ci rivolgiamo anche a tutti quei politici (anche garantisti!) che in occasione dell’arresto di Cateno De Luca non persero occasione di attaccarlo mediaticamente, perché chiedano scusa pubblicamente” concludono Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, e Francesco Gallo, deputato alla Camera di ScN.