Centoquaranta imprese agricole siciliane che impiegano migliaia di persone rischiano di non poter mettere in pratica i loro progetti di innovazione in agricoltura a causa della mancanza di fondi nel bando della Regione siciliana a valere sui fondi europei destinati proprio all’innovazione in agricoltura. La denuncia arriva dalle stesse imprese, alcune delle quali si sono esposte economicamente per portare avanti progetti dietro l’impegno da parte pubblica di un intervento in tempi rapidi.

La vicenda che ha dell’incredibile parte dal bando della misura 4.1 del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Un bando destinato all’innovazione nelle aziende con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro a fronte dei 235 iniziali. I 135 milioni mancanti la Regione li ha usati per pagare gli impegni assunti con la vecchia programmazione e non conclusi a causa delle lentezze burocratiche dell’amministrazione. Al bando hanno partecipato oltre 2500 aziende, ma in graduatoria sono arrivati 616 progetti cantierabili e finanziabili.

Per finanziarli tutti sarebbero necessari 425 milioni di euro. Una situazione balzata subito agli occhi degli operatori del settore e portata all’attenzione dell’amministrazione regionale e in particolare dell’assessore al ramo e del dirigente generale che in più incontri hanno fatto sapere che il bando sarebbe stato integrato con altre risorse.  Non esattamente una promessa dicono dall’entourage dell’assessore Bandiera ma comunque del rimpinguamento si parla da tempo. La materia è stata oggetto anche di un emendamento al collegato al quale, in aula all’Ars, lo stesso assessore aveva dato parere favorevole ma che poi è stato bocciato.

A fronte della richiesta delle aziende di ripristinare almeno la dotazione iniziale di 235 milioni la Regione sembra stia lavorando all’idea di rimpinguare il bando con altri 100 milioni di euro.

Questi soldi permetterebbero di far passare da 100 a 240 i progetti finanziati dando respiro al settore e speranze alle aziende giovani e con progetti interessanti. A fronte di questo impegno alcuni imprenditori hanno dato il via alla prima fase del loro progetto contando sull’amministrazione. Ma nonostante le dichiarate intenzioni (e il parere favorevole a nome del governo ad un emendamento d’aula che prevedeva proprio di rimpinguare questo bando) il bando rimane fermo ai suoi 100 milioni che finanziano un centinaio di progetti.

Questo a fronte del fatto che la Sicilia in questo settore ha restituito all’Europa per carenza di capacità di spesa 356 milioni di euro della scorsa programmazione e 380 milioni della programmazione precedente.

“I soldi ci sono, si possono prelevare dal Fondo di sviluppo e coesione che ha gli stessi obiettivi anche perché molti dei progetti finanziabili con quel fondo non hanno progettualità operativa e si rischia anche lì di perdere le somme” sostengono le imprese del settore utilmente inserite in graduatoria.

Le stesse imprese fanno appello al presidente della Regione Nello Musumeci perché intervenga personalmente nella vicenda e metta una parola di chiarezza definitiva anche per bloccare un possibile contenzioso già iniziato con 29 ricorsi straordinari proprio al Presidente della Regione e, fino ad oggi, 101 ricorsi al Tar con tutti i pronunciamenti del tribunale amministrativo che fino ad ora hanno sempre dato torto alla Regione.

Ribadisce l’intenzione e la speranza (ma non la promessa) di rimpinguare la dotazione l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera che a BlogSicilia, però, dice: “Premetto che si tratta di un bando che nei contenuti, nei massimali e nell’attuale dotazione finanziaria, è stato messo in campo dal precedente Governo. Detto questo, abbiamo impresso il massimo impulso possibile che ha portato dapprima alla graduatoria provvisoria, poi a quella definitiva, nonché all’emissione dei primi 45 decreti di finanziamento, in favore dei beneficiari. È concreta, inoltre, la possibilità di uno scorrimento della graduatoria definitiva, anche a seguito di possibili rinunce”.

Ma l’idea non è soltanto quella di aspettare passivamente le eventuali rinunce. “Accanto alle legittime aspettative  di quegli imprenditori che si ritrovano in graduatoria, si è generata anche  l’esigenza di rendere fruibile la sottomisura a quell’ampia platea di piccole e medie aziende agricole che, in virtù dei meccanismi del precedente bando e del massimale adottato, sono rimaste tagliate fuori. A tal fine  il Governo sta operando secondo due direttrici”.

“Da un lato, premesso che ci troviamo dinnanzi ad un PSR impegnato per il 98% circa – continua Bandiera – e quindi necessitati a provare a reperire risorse extra PSR, si sta procedendo con  la verifica delle economie  dei fondi, liberi da impegni giuridicamente vincolanti, del Patto per il Sud, tra i Dipartimenti regionali, al fine di procedere a nuove ipotesi di rimodulazione della spesa, che potrebbero anche interessare la graduatoria di che trattasi”.

“Dall’altro lato, dunque,  – conclude l’assessore – c’è la volontà del Governo di procedere con l’emissione di un nuovo bando che, a fronte del massimale di 5 milioni di euro del precedente bando,  preveda, questa volta, un tetto certamente più basso e rispondente alle reali esigenze del tessuto produttivo siciliano, fatto perlopiù da piccole e medie aziende,  e che consenta, anche a queste, di poter cogliere la imprescindibile sfida dell’ammodernamento e dell’innovazione, al fine di poter competere nel mercato globale”.