La Regione Siciliana si schiera al fianco dei Comuni dell’isola auspicando una riforma della normativa nazionale che consenta agli enti locali di potere chiudere i bilanci senza le attuali difficoltà. Una conferma chiara e forte di una posizione espressa più volte dall’amministrazione regionale ma che arriva simbolicamente in occasione della Festa della Repubblica e in piena mobilitazione dei comuni ormai non più in grado di sostenere l’attuale sistema.
Riformare la contabilità dei Comuni o sarà disastro
“È estremamente urgente un intervento legislativo – afferma il vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao – per consentire agli enti locali di amministrare le proprie finanze senza essere costretti all’impasse. Ho fatto presente la situazione critica, che riguarda moltissimi Comuni in tutto il Mezzogiorno, in una lettera inviata oggi al viceministro dell’Economia, Laura Castelli, chiedendole un incontro urgente con Anci Sicilia per affrontare le questioni concernenti il finanziamento delle autonomie locali alla luce della normativa nazionale. In precedenza – prosegue Armao – avevamo già prospettato al ministro dell’Economia, Daniele Franco, la questione del fondo crediti di dubbia esigibilità che incide pesantemente sulla capacità di spesa dei Comuni, ma da un confronto con la Ragioneria generale è emersa l’impossibilità di intervenire senza che mutino le norme di legge”.
Una battaglia della Regione
“La Regione Siciliana – aggiunge Armao – da tempo ha preso in carico questa “battaglia”, abbiamo già fatto molti incontri specifici, stiamo avviando un percorso per rafforzare la capacità di riscossione. Ho già rassicurato il presidente dell’Anci Sicilia che, d’intesa con l’assessore alle Autonomie locali, Marco Zambuto, interverremo nel più breve tempo possibile e a giorni potremo liquidare il fondo perequativo di solidarietà”.
Intanto, prosegue il vice presidente della Regione, “nei prossimi giorni incontrerò il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, per sollecitare la convocazione, già richiesta in precedenza, di un tavolo sul tema dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni, anche in vista del varo di un disegno di legge sul regionalismo differenziato”.
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