Cantare per la libertà. E’ questo il messaggio che 200 voci hanno lanciato dal Teatro Politeama per spezzare il silenzio delle donne oppresse.

L’11 maggio scorso, il Teatro politeama Garibaldi di Palermo ha vibrato di voci, emozioni e impegno civile con il concerto-evento “My Voice for You – Eco di cuori liberi”. Un multicoro internazionale di 200 coristi, provenienti da varie regioni italiane e dal Portogallo, ha unito le proprie voci in un inno alla libertà, alla solidarietà e alla resistenza contro ogni forma di oppressione, in particolare quella che colpisce le donne nel mondo.

L’evento, curato artisticamente dalla direttrice di coro Monica Faja, ha rappresentato il culmine di un progetto culturale di grande respiro che ha intrecciato musica, arte e attivismo sociale.

Un’idea nata da un’urgenza morale

Il progetto è nato nell’agosto 2024, quando quattro donne, Monica Faja, Lydia Giannitrapani, Rosaria Segreto e Rossella Bonomo si sono interrogate su come poter reagire concretamente alla repressione subita dalle donne afghane, a cui è stato vietato persino di cantare o parlare in pubblico. La risposta è stata semplice e potente. cantare per chi non può farlo, trasformando il canto in atto di solidarietà e resistenza.

Da quell’idea è nato un movimento corale e umano che ha coinvolto associazioni, istituzioni, scuole, ONG e artisti, uniti dal desiderio di restituire voce a chi l’ha perduta.

Una canzone, molte lingue, un solo messaggio

Momento centrale della serata è stata la prima esecuzione assoluta del brano inedito “My Voice for You”, composto da Giulio de Carlo su testo poetico di Rosaria Segreto. L’opera, pensata per essere interpretata da voci femminili, maschili e bianche, è stata eseguita in più lingue: dall’italiano all’arabo, dallo spagnolo al dari; per affermare che la libertà di espressione è un diritto universale e transnazionale.

Il testo, carico di immagini poetiche e simboliche, ha trasformato il dolore e la rabbia in un grido collettivo: un canto per spezzare le catene dell’oppressione.

La storia di Elena Yaqubee: una voce che rinasce

Grande emozione ha suscitato la partecipazione di Elena Yaqubee, cantautrice e attivista afghana rifugiata in Germania. Dopo aver attraversato Iran, Turchia e Grecia, ed essere sopravvissuta a condizioni disumane in un campo profughi a Lesbo, Elena ha trovato rifugio e una nuova speranza nella musica.

 

Durante la serata, le è stata consegnata una borsa di studio, frutto di una raccolta fondi organizzata in collaborazione con numerosi club e sostenitori, che le permetterà di studiare musica in Germania. La sua presenza ha reso tangibile il senso del progetto: ridare voce, dignità e futuro a chi è stato costretto al silenzio.

Arte e attivismo si fondono

Il concerto non è stato solo uno spettacolo, ma una manifestazione corale dell’impegno civile. Accanto al multicoro diretto da Monica Faja si sono esibiti artisti di rilievo come Lello Analfino, Giuseppe Milici, Lidia Schillaci, Sabrina Petyx, insieme agli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “A. Scarlatti” di Palermo.

Nel foyer del teatro sono state esposte le opere vincitrici del contest artistico “Artisti per My Voice for You”, un dialogo visivo con la musica e il messaggio dell’evento. Inoltre, sono stati premiati i giovani autori di componimenti letterari sul tema della libertà negata, coinvolgendo anche studenti delle scuole secondarie.

Una rete internazionale in continua crescita

“My Voice for You” ha raccolto il sostegno di numerose realtà: Da Medici Senza Frontiere ad Amnesty International, passando per Zonta Club Palermo Zyz, Inner Wheel, UDI, la Consulta della Pace e delle Culture, l’Università degli Studi di Palermo, il Conservatorio “A. Scarlatti”, l’Accademia di Belle Arti, e molte altre associazioni, enti locali e organizzazioni internazionali.

Questa vasta rete di organizzazioni ha dimostrato come la musica e l’arte possano diventare strumenti attivi di sensibilizzazione e cambiamento.

L’inizio di un cammino

Il concerto dell’11 maggio è stato solo il culmine di un percorso fatto di eventi collaterali, come mostre d’arte, convegni, tavole rotonde e iniziative educative. Tra questi, l’evento “La mia voce per te”, organizzato dall’Università di Palermo, ha offerto un momento di riflessione sul ruolo dell’arte come resistenza nei regimi autoritari.

Anche lo sport ha fatto la sua parte: il Circolo del Tennis di Palermo ha ospitato un torneo solidale per sostenere il progetto, dimostrando che ogni ambito della società può contribuire alla causa dei diritti umani.

Un manifesto per il futuro

“My Voice for You – Eco di cuori liberi” non è stato concepito come un appuntamento isolato. Al contrario, è un movimento destinato a crescere, con l’obiettivo di diventare una rassegna ciclica che promuove, attraverso la musica e l’arte, la libertà di espressione, l’inclusione e il rispetto dei diritti fondamentali.

Il Manifesto del progetto, già condiviso con istituzioni e partner, pone le basi per una rete internazionale permanente di sostegno e attivismo, con azioni concrete come borse di studio, festival, campagne culturali e collaborazioni transnazionali.

Una voce che non si spegne

“My Voice for You” ha saputo trasformare l’emozione in impegno, la musica in resistenza, la solidarietà in azione. In un’epoca in cui il silenzio può diventare complice dell’ingiustizia, Palermo ha scelto di alzare la voce. Un messaggio chiaro è arrivato dal palco del Politeama: nessuna voce deve essere dimenticata.

La speranza, ora, è che questo canto continui a risuonare, in Italia e nel mondo, come eco di cuori liberi.