Il tribunale della libertà ha accolto il ricorso presentato da Giuseppe Ciuro, ex maresciallo della Guardia di Finanza in servizio alla Dia, coinvolto nell’indagine per corruzione a carico dell’ex sindaco di Giardinello De Luca, e in passato condannato a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento alla mafia e al pagamento di 200 mila euro per le spese processuali e il mantenimento in carcere, chiese e ottenne dal tribunale di sorveglianza di non pagare la somma sostenendo di non avere le disponibilità economiche.

I giudici hanno riformulato la misura. Non più il divieto di dimora in tutta la provincia di Palermo, ma l’obbligo di presentazione alla pg.

“Avevamo detto sin dall’inizio che era del tutto sproporzionata una misura cautelare di divieto di dimora esteso all’intera provincia di Palermo, per un fatto certamente spiegabile e che già il Magistrato di Sorveglianza aveva valutato come irrilevante – dicono gli avvocati Marco Ingroia ed Eolo Alessandro Magni –  Oggi il Tribunale della Libertà ci ha dato ragione, accogliendo le nostre argomentazioni difensive. Il nostro assistito ha fornito ampie spiegazioni del fatto ed ha dell’incredibile che su questo sia stato impiantato un inammissibile processo mediatico.

La vicenda, sicuramente, avrà un suo seguito e siamo fiduciosi che i giudici del Tribunale di Palermo sapranno dare la giusta dimensione ad una vicenda che nulla ha di penalmente rilevante”.

Secondo gli inquirenti, per non saldare il suo debito con lo Stato Ciuro avrebbe dichiarato di essere indigente e a tal fine avrebbe chiesto la residenza nel Comune di Giardinello utilizzando una abitazione del padre del sindaco per dimostrare di non avere un immobile di proprietà e per costituire u nuovo nucleo familiare a reddito zero. Ma la vicenda insospettì i carabinieri che aprirono una indagine accertando che l’abitazione indicata da Giuro come sua residenza era in realtà vuota.

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