“Leggo sui giornali delle ultime settimane ricorrere il mio nome come possibile candidato a Sindaco di Palermo. Onestamente ne sono lusingato perché interpreto questa attenzione sulla mia persona come un riconoscimento per la mia storia ed il mio impegno professionale e personale”.

Lo dice il presidente dell’ordine degli avvocati Francesco Greco sul suo Blog ed è la prima volta, in questa fase, che interviene sull’argomento senza essere stato chiamato direttamete da un giornalista per rispondere a domanda esplicita. In realtà ne aveva parlato un’altra volta ma solo su esplicita domanda

“Sono abituato a dialogare con chiunque – scrive – ma soprattutto sono in contatto con chi questa città la vive quotidianamente come cittadino, lavoratore, professionista, imprenditore. A Palermo deve ripartire l’economia ed i cittadini non possono essere ancora considerati limoni da spremere con tasse e balzelli sempre più pressanti e fantasiosi. Pulizia delle strade e progetti reali per la raccolta differenziata, sicurezza del territorio cittadino e presenza della polizia municipale, viabilità e sviluppo del trasporto pubblico, recupero delle borgate e del litorale, progetto per il rilancio della città come polo turistico sono priorità indifferibili”.

Ma la disponibilità ad una simile sfida dell’avvocato, del professionista, della persona impegnata passa attraverso un ampio consenso intorno al nome. insomma Greco non lo dice ma lascia intendere che solo una comvergenza molto ampia potrebbe convioncerlo a scendere in campo “Amo la mia città e l’ipotesi di potere incidere in un cambiamento mi stimola; ma non sono un politico né voglio diventarlo. Non ho mai vissuto di politica e questo, nel contesto storico in cui viviamo e nella situazione in cui si trova oggi Palermo, credo sia non solo un elemento positivo ma anche una assoluta necessità, a prescindere dal mio nome”.

“Il problema di Palermo non è quello di avere un nome nuovo per sostenere una battaglia elettorale di parte – dice confermando la lettura che viene datta delle sue parole – ma quello di avere una visione autentica orientata alla crescita ed una squadra di persone competenti disposte e pronte ad attuarla. Soltanto nel caso in cui si convergesse su questa idea potrei ipotizzare di farmi portavoce dei bisogni di questa città per ridare a Palermo il posto che le spetta come grande città del mezzogiorno, dell’Italia e dell’Europa”.

Il nome in campo, dunque, ancora non c’è ma potrebbe esserci molto presto se a chiedergli di scendere inc ampo sarà la città, un’ampia coalizione di forze non solo politiche ma sociali, imprenditoriali, professionali. Insomma una investitura che non sia espressione delle sole logiche di un partito

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