I giudici della corte dei conti presieduti da Salvatore Chiazzese hanno assolto i professori Maurizio Averna, Valerio Bartolo Brucato e Mario Piazzese che avrebbero dovuto restituire un milione e 300 mila euro erogati a titolo di cofinanziamento del progetto con fondi europei “piattaforma regionale di ricerca traslazionale per la salute”.

L’azione erariale scaturiva dalla trasmissione da parte del Consiglio di giustizia amministrativa del parere 224 del 2019 del 16 giugno 2020, su ricorso  straordinario al presidente della Regione Siciliana proposto dall’università degli Studi di Palermo per ottenere l’annullamento del decreto legislativo 1355/5 del 14 giugno 2017, con il quale era stata disposta la restituzione di un milione e 300 mila euro, per il progetto della piattaforma.

I tre professori sono difesi dagli avvocati Alberto Stagno D’Alcontres, Valentina Piazza, Massimiliano Mangano e Giovanni e Giuseppe Immordino. L’università degli studi di Palermo (quale capofila in partenariato con  l’università  di  Catania,  l’università  degli  Studi  di  Messina, l’università Kore di Erma, l’azienda ospedaliera Paolo Giaccone di Palermo ed il Cnr) presentava il progetto “Piattaforma Regionale di  Ricerca Traslazionale per la salute”, finalizzato ad investimenti   infrastrutturali per la ricerca, e, in particolare, al potenziamento della ricerca biomedica regionale.

Il progetto era inserito al secondo posto della graduatoria ed era stato concesso un finanziamento  complessivamente di 10.630.000 di euro di cui euro 5.560.000 euro destinati all’università di Palermo. I revisori muovevano rilievi su tre procedimenti di acquisto  di attrezzature scientifiche  avvenuti mediante procedure negoziate senza pubblicazione di un bando di gara per il milione e 300 mila euro: uno spettrometro, per 844 mila euro, e di una piattaforma per analisi genomica in sequenziamento, per 221 mila euro, entrambi su richiesta del professore Maurizio Averna, responsabile scientifico del progetto e componente del comitato scientifico nonché l’acquisto di una macchina di prova multiassiale, per 254 mila euro, su richiesta del professore Valerio Brucato.

I giudici hanno escluso il configurarsi della responsabilità contabile dei componenti del comitato scientifico poiché “manca il necessario requisito soggettivo della colpa grave, da intendersi come inescusabile negligenza  o  scriteriata  imperizia  e  trascuratezza  nella  cura dell’interesse pubblico – si legge nella sentenza – Le indagini, in seguito, non furono ritenute sufficienti dall’Autorità di Audit, ma, per quanto sopra esposto, ai professori Averna e Brucato non può essere addebitata alcuna macroscopica negligenza tale da integrare lo standard della colpa grave, nei termini delineati dalla giurisprudenza contabile”.