Sono 4.436 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 20.767 tamponi processati in Sicilia secondo il bollettino di ieri. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 4.349. Il tasso di positività sale al 21,3% , il giorno precedente era al 18,8%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 61.994 con un aumento di 2.035 casi. I guariti sono 2.978 mentre le vittime sono 8 e portano il totale dei decessi a 11.154.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 709, 49 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 26, uno in più rispetto al giorno prima.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 1.391 casi, Catania 1.291, Messina 750, Siracusa 418, Trapani 249, Ragusa 345, Caltanissetta 168, Agrigento 340, Enna 69.

Covid: Cislaghi, indice Rdt di replicazione casi tocca 1,60

A fronte dei dati sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia, “l’indice Rdt – ovvero l’indice di replicazione dei casi diagnosticati, con cui si ottengono valori simili all’indice di trasmissibilità Rt ma più tempestivi e aggiornati – ha già raggiunto il valore di 1,60 a ieri; inoltre, sicuramente ci troviamo dinanzi ad una forte sottostima degli attualmente positivi al virus”. Così all’ANSA Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia. “Gli attuali positivi – spiega – sono un numero sicuramente maggiore di quello segnalato: se applicassimo le prevalenze utilizzate in Gran Bretagna, arriveremmo per l’Italia a circa 3 milioni”. Inoltre, “l’Rdt a 1,60, in crescita rispetto alle settimane precedenti, evidenzia anche che l’incidenza dei casi sta aumentando del 60% ogni settimana”. Insomma, “non si intravede al momento una fine dell’espansione dell’epidemia. L’invito è quindi alla prudenza ed auspico – conclude l’epidemiologo – un ritorno all’obbligo di utilizzo delle mascherine anche nei luoghi di lavoro”.

Covid: Aifa,+82% pillole ritirate in farmacia in 14 giorni

Sono state fino a oggi 4.022 le persone che hanno ritirato direttamente in farmacia la pillola anti Covid. Di queste, 1.812, ovvero quasi la metà, nelle ultime due settimane. Mostra infatti un aumento di quasi l’82% in 14 giorni il numero di antivirali dispensati in farmacia il 13/mo report dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), aggiornato al 21 giugno. Sono 52.389 le persone con Covid-19 finora trattate a domicilio con gli antivirali Paxlovid (nirmatrelvir-ritonavir) di Pfizer e Lagevrio (molnupiravir) di Merck (Msd in Italia), entrambi indicati per pazienti non gravi ma a maggior rischio di progressione verso forme severe. In particolare, il numero di trattamenti, avviati, con Paxlovid sono 21.032 e, di questi, i sopracitati 4.022 sono stati ritirati direttamente dal paziente in farmacia, tramite distribuzione per conto (Dpc). Ad aver assunto la pillola Merck/Msd sono state invece 31.357 persone. Considerando invece i dati delle ultime due settimane, per Paxlovid si registrano 3.193 nuove prescrizioni settimanali (+17,9% rispetto al monitoraggi di due settimane fa), mentre per Lagevrio ci sono state 1.822 richieste (+6,17% rispetto al monitoraggi di due settimane fa). Le regioni che vedono il maggior numero di pazienti trattati fino a oggi con molnupiravir, autorizzato con determinazione Aifa pubblicata a fine dicembre 2021, sono Lazio (4.503), Puglia (3.202) e Toscana (2.522). Per quanto riguarda Paxlovid, autorizzato il 7 febbraio 2022, sono in testa Toscana (2.548), Lazio (2.536) e Veneto (2.505). Sono stati infine 11.710 (+8,28% rispetto all’ultimo monitoraggio) i pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento precoce con remdesivir (Veklury, autorizzato a ottobre 2020) e 93.455 i trattamenti per pazienti ricoverati in ospedale (+0,75%) con necessità di ossigenoterapia.

Covid: Aifa, in 7 giorni +30% prescrizioni monoclonali

-Salgono a 64.541 gli italiani che hanno ricevuto anticorpi monoclonali contro il Covid da marzo 2021 al 22 giugno 2022, un numero cresciuto del 2,3% rispetto a quello di due settimane prima. In particolare, dal 16 al 22 giugno le richieste per sotrovimab (Xevudy), l’unico monoclonale utilizzato come terapia ritenuto efficace contro Omicron, sono cresciute del 33,8% e quelle per tixagevimab-cilgavimab (Evusheld) utilizzato pre contagio sono aumentate del 34,78%. E’ quanto emerge dal 54/mo monitoraggio dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) su questi farmaci. Dei 64.541 pazienti che hanno ricevuto anticorpi monoclonali, 62.866 (+1,64% in due settimane) li hanno ricevuti in terapia e 1.675 (+35,52%) per prevenire il contagio. Dall’inizio del monitoraggio, la maggior parte dei pazienti trattati (23.913, +0,19% in 14 giorni) ha ricevuto la combinazione casirivimab-imdevimab (Ronapreve), seguita da sotrovimab (20.887, +4,85% in 14 giorni). Autorizzati in via emergenziale nel nostro Paese, questi farmaci sono prescritti in terapia 284 strutture di 21 regioni. Le regioni che ne hanno fatto maggior utilizzo come terapia sono state finora Veneto (9.936), Lazio (9.395) e Toscana (5.164). Mentre Lombardia (370), Lazio (248) e Veneto (223) hanno visto più prescrizioni degli anticorpi usati come profilassi.