Che impatto geopolitico potrebbe avere la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina? Ne abbiamo parlato a Talk Sicilia con Lucio Caracciolo, direttore di Limes, considerato tra i massimi esperti di geopolitica.

“Se smettiamo di pensare in grande, il rischio è l’irrilevanza”

Secondo Caracciolo, una riflessione su quella infrastruttura deve tenere conto che “per il solo fatto di essere lanciato come un grande progetto nazionale e magari anche internazionale, perchè evidentemente il valore strategico e puramente economico di questa connessione sarebbe a tutti visibile, sarebbe la vera prima grande opera della Repubblica Italiana dal 1946, forse dopo l’autostrada del Sole”.

“Purtroppo noi abbiamo smesso di pensare in grande -aggiunge Caracciolo – se vogliamo, anche solo di sognare in grande. Guardiamo un po i conti della serva oppure cominciamo a litigare fra piccole comunità e gruppi di potere. Certo, è evidente che una impresa di questo genere cercherebbero di tuffarsi in potenze locali non esattamente legali, sia magari anche potenze straniere. Ma insomma, se non cominciamo mai a fare qualche cosa di rilevante, l’irrilevanza, ne è la conseguenza”.

Sicilia regione chiave per il futuro dell’Italia

La Sicilia, per Caracciolo, è la regione chiave dove si gioca il futuro dell’Italia. Il direttore di Limes lo afferma anche alla luce di quanto sta accadendo in questi mesi in Africa: “l’Italia deve capire che la Sicilia è probabilmente oggi la regione chiave dove si gioca il nostro futuro e il futuro di tutti gli italiani, anzitutto dei siciliani, ma di tutti gli italiani”.

Dalle coste siciliane, oltretutto,  si gioca il futuro delle relazioni con l’Africa, “che non è solamente migrazione”, aggiunge Caracciolo, ricordando che l’ultimo numero di Limes è dedicato all’analisi della situazione geopolitica del Continente nero.  “Stiamo assistendo alla rottura dell’impero francese o di quel che rimaneva di questo impero in Nord Africa, nel Sahel, nell’Africa profonda, e stiamo assistendo alla penetrazione cinese, russa, turca e di altri Paesi – è la tesi di Caracciolo – e sarebbe il caso che l’Italia si desse una mossa, perché in ogni caso, in ogni modo, speriamo che sia un modo meno negativo dell’attuale. I nostri destini di noi italiani, noi europei sono strettamente legati e lo saranno sempre di più a quelli dell’Africa, un continente ricchissimo che abbiamo saccheggiato per un paio di secoli e che adesso si è un po’ stufato. Peccato che i conflitti interni all’Africa e la nostra incoscienza o incapacità di capire l’importanza dell’Africa rendono questo rapporto molto, molto complicato. Ma il legame è inevitabile.

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