Il più sconosciuto dei candidati alla Presidenza della Regione. Fabrizio Micari, 54 anni, rettore dell’Università di Palermo dal 2015, ordinario di ingegneria chimica, gestionale, informatica e Meccanica di Unipa è la scelta fatta dal centrosinistra come candidato per succedere a Rosario Crocetta.

Una eredità scomoda quella che Micari punta ad ottenere. Scomoda perchè in nome dell’unità nella coalizione c’è anche il Megafono e lo stesso Crocetta, Presidente uscente, certamente il meno amato della storia della Sicilia. Ma prima ancora di pensare all’eredità Micari deve fare i conti con l’elettorato che non lo conosce affatto. Il suo più grande gap è proprio la riconoscibilità.

Per essere protagonista di questa campagna elettorale si è posto in congedo dall’Università lasciando il rettorato in mano al pro rettore Vicario. Se eletto si dimetterà.

Il suo problema di riconoscibilità è quello che lo fa registrare indietro in rutti i sondaggi. Una cosa della quale ne lui ne i partiti che lo sostengono, ben sette liste, sembrano preoccuparsi convinti come sono che i sondaggi siano errati proprio perchè non tengono conto delle liste e perchè la riconoscibilità sta arrivando poco alla volta.

“Se si fosse voluto mettere in pista un candidato riconoscibile si sarebbe scelto un uomo del passato – dice Micari a BlogSicilia – oppure si sarebbe ricorsi a Jonanotti o a Fiorello. Ma non è quello il tema. Il candidato deve rispecchiare capacità e competenza e su queste caratteristiche il centro sinistra ha deciso di puntare. Poi è chiaro che se si fa un sondaggio mettendo sul piatto persone che fanno politica da 25 o 30 anni i risultati non possono che essere falsati perchè sulla notorietà è chiaro che io parto svantaggiato”.

“La visibilità e la notorietà si va recuperando molto rapidamente – continua Micari – io sto girando molto e sto facendo incontri con tutti i mezzi di comunciazione. La notorietà si recupera facilmente, penso che il gap su capacità e competenza sia più difficile da recuperare pr gli altri”.

Ma i sondaggi la danno tutti terzo. Sono tutti errati?

“Non è esattamente così e comunque stanno cambiando con il passare del tempo. In ogni caso giovedì si presentano le liste e in questa elezione le liste hanno una importanza determinante. Ne riparliamo in seguito”.

Il suo predecessore, il rettore Roberto Lagalla, corre dalla parte opposta della barricata. Ce l’ha per avversario. Lui non ha apprezzato la sua scelta di mettersi in congedo. Avrebbe dovuto dimettersi?

“Guardi non esiste alcun obbligo di dimissioni. Io ho solo valutato che qualche decisione presa potesse essere considerata di parte e per evitare di trascinare l’Università in qualche polemica ho scelto di mettermi in congedo. Neanche questo sarebbe stato necessario. E’ stata una cautela in più. L’ho fatto proprio per garantire la massima terzietà peraltro avvalendomi del fatto che ho messo a punto una struttura all’Università che è perfettamente in grado di andare avanti”.

Ma fuori microfono Micari e i suoi collaboratori vanno oltre queste dichiarazioni e sussurrano al cronista qualche frase in più sulle scelte di Lagalla “Forse dovrebbe guardare ai suoi di incarichi universitari – ricordano dallo staff- il dipartimento di radiologia è l’unica struttura che ha due direttori. Come capita questo evento?”. La battaglia del sospetto non lascia nulla al caso. Comunque la si metta l’Università di Palermo in questa campagna elettorale è ormai coinvolta. (leggi qui la repolica di Lagalla)

Ma più che all’Università Micari dovrebbe forse guardare proprio alle liste che lo sostengono e fra queste c’è il Megafono di Crocetta. Qualcuno pensa che non sarebbe stato il caso di imbarcare anche il governatore uscente visti i risultati del suo governo

“E’ importante che ci sia una coalizione ampia, noi l’avremmo voluta anche più ampia. Noi e i sciliani non comprendiamo perchè non sia successo. Probabilmente ci sono state ragioni di natura nazionale che hanno portato fuori dalla coalizione la sinistra, ragioni che nulla hanno a che vedere con la Regione e con il bene dell’isola”.

E sul Megafono e sul governo Crocetta che pensa?

“Io penso che l’esperienza del governo uscente abbia luci e ombre. Va riconosciuto l’importante lavoro fatto sui conti che rende oggi il bilancio regionale solido cosa che rappresenta un buon punto di partenza. Così non era cinque anni fa. E la responsabilità di quel disastro era dei governi precedenti. Molti di quegli esponenti politici oggi sono in lista con Musumeci o lo appoggiano. Poi va riconosciuto anche il lavoro importante fatto sulla sanità. Oggi la Sicilia non è più la Regione canaglia come era quando c’erano gli altri ma è una regione che ha livelli di assistenza nella media nazionale e in alcuni casi addirittura superiori alla media. Ci sono altri aspetti su cui bisogna accelerare per questo c’è stato bisogno di un cambio di persone e di introdurre persone nuove fra cui anche me che penso di poter portare un contributo di pragmatismo” (leggi qui Crocetta che precisa sul Megafono)

Ma se si tratta di rinnovamento, perchè chi vuole cambiare dovrebbe votare Micari invece che Cancelleri?

“Perchè Micari parla di cambiamento reale, di futuro, di prospettive per i nostri ragazzi, di imprese e di come supportarle. Non bisogna distruggere tutto come vogliono fare i 5 stelle. Bisogna lavorare per migliorare. E poi deve votare Micari perchè serve competenza, quella che i 5 stelle hanno dimostrato di non possedere nelle esperienze di governo da Roma a Torino ma anche Bagheria, Ragusa, Alcamo dove non mi sembra che si siano distinti per efficacia e competenza”.

Micari presidente, i primi 100 giorni, quali saranno le cose da fare subito?

“Beh cento giorni! Magari prendiamocene qualcuno in più visto che di mezzo c’è anche Natale. Tuttavia bisognerà subito cominciare a lavorare sulle imprese: come farorirne lavoro e crescita e metterle in condizione di assumere. Imprese incentivazioni, sgravi e tutto ciò che può servire èer sviluppare economia e lavoro sono il primo pensiero. Poi forte accelerazione sulla spesa dei Fondi Europei. Abbiamo un patrimonio di 15 miliardi di euro fra Fondi Europei e Fondi nazionali. Bisogna fare presto e bene. Se serve nuova progettazione bisogna farla subito. Terzo punto interventi sulla formazione professionale e legge sul diritto allo studio e accesso all’Università”.

E poi è materia degli ultimi giorni Ponte sullo Stretto, infrastrutture aeroportuali e per i trasporti in genere a partire da Trapani Birgi e da Comiso.


Leggi anche tutte le interviste politiche di questa campagna elettorale:

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