Più che una personalità, un vero e proprio personaggio. Un personaggio che anima il piatto e serioso mondo della politica siciliana con trovate, fino ad oggi, irriverenti ma con puntate nel codice penale, almeno secondo i magistrati di Messina.

Prima del suo arresto i cronisti, parlamentari e non, lo ricordano per le sue singolari proteste in mutande. La prima la mise in scena a palazzo dei Leoni di Messina, allora sede della provincia regionale oggi della città metropolitana. Quella protesta la inscenò da sindaco di Fiumedinisi, comune della provincia. In qualità di sindaco di quella città è sotto processo per il così detto ‘sacco di Fiumedinisi’. Per lui sono stati chiesti 5 anni di reclusione ma non si è mai scomposto. Indagato 14 volte ne è sempre uscito indenne. per questo processo i 5 stelle lo avevano inserito fra i candidati impresentabili alle elezioni del 5 novembre.

Ma la protesta in mutande è un suo cavallo di battaglia. Entrato all’Ars divenendo deputato con il Movimento per l’Autonomia nel 2008 replicò la sua protesta usando, questa volta, la bandiera siciliana per coprire le sue nudità in sala stampa proprio all’Ars sotto gli occhi imbarazzati dei commessi del parlamento.

La protesta si completò con coppola in testa e un pinocchio nella mano destra e una Bibbia nella sinistra. in quel caso protestava per non essere stato eletto alla presidenza di una commissione in virtù del patto non scritto che vuole che si lasci posto anche alle opposizioni.

La sua militanza autonomista durò poco, dopo poco meno di due anni lasciò MpA per fondare il suo movimento Sicilia Vera. E’ con quel movimento che si è candidato alla regionali confluendo nelle listye Udc. la sua mira non era tanto il parlamento, dove è stato eletto, quanto la corsa a sindaco di Messina che aveva intenzione di lanciare da deputato eletto in vista delle amministrative della primavera 2018.

La sua campagna elettorale si è infranta su un ordine di arresto e, adesso, ci regala un altra piece del suo repertorio con il ‘caffè galeotto’ offerto dai domiciliari su facebook e con il video, sempre su facebook, nel quale racconta di politica, massoneria e magistratura che non vuole proprio faccia il sindaco di Messina

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