Cateno De Luca presenta i nuovi ingressi all’interno di Sicilia Vera. Il candidato alla presidenza della Regione ha fatto il punto del suo tour elettorale nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina in piazza Indipendenza. Momento nel quale l’ex sindaco di Messina ha attaccato senza mezzi termini diversi esponenti del centrodestra, in particolare Roberto Lagalla e la coalizione a suo sostegno. Dopo la tappa palermitana, Cateno De Luca sarà impegnato sulle Madonie, in particolare a Castellana Sicula.

Nuovi ingressi in Sicilia Vera

Una conferenza stampa nella quale hanno presenziato l’europarlamentare Dino Giarrusso, designato come vicepresidente della Regione dallo stesso De Luca; Ismaele La Vardera, portavoce di Sicilia Vera, e il deputato regionale Danilo Lo Giudice. La grande novità delle ultime ore è l’ingresso fra i ranghi della coalizione civica dell’ex capogruppo della Lega Igor Gelarda.

“Da oggi non faccio più parte della Lega, mi sono dimesso da ogni incarico che ancora detenevo dentro il partito. Dopo 4 anni di battaglie su strada sono molte le ragioni che mi hanno spinto a questa scelta sofferta. Quel progetto della Lega siciliana che mirava al federalismo e all’autonomia della Sicilia non esiste più – sottolinea Gelarda -. Non c’è più nessuna attenzione verso le famiglie e i bisogni della gente. E soprattutto il progetto di Matteo Salvini sarebbe dovuto essere in totale rottura con il vecchio modo di fare politica in Sicilia, mentre siamo diventati peggio degli altri”.

Gelarda è deluso, si sente anche un po’ tradito. “Non ho nulla da condividere con la attuale classe dirigente della Lega siciliana, il mio modo di pensare e di fare politica è distante anni luce dal loro – spiega -. Lascio non perché cerco poltrone, mi è stato più volte garantito che sarei stato candidato alle prossime elezioni nazionali. Ma non mi interessa un collegio sicuro, non mi interessano le poltrone, se poi non riesco a essere utile alla mia comunità”.

Passaggio sanguinoso per il Carroccio

Un passaggio sanguinoso per il Carroccio visto che tale cambio di casacca è stato seguito da una serie di dimissioni dal coordinamento provinciale di Palermo. Con Gelarda passano a Sicilia Vera anche Giuseppe Romanotto, commissario cittadino di Monreale (candidato sindaco di Monreale con la Lega con il 13% di preferenze) Giusto lo Franco, commissario cittadino di Misilmeri e Salvatore Cappadonia, commissario cittadino di Cerda. “L’attuale dirigenza siciliana della Lega – dicono i tre in una nota – è distante anni luce dal nostro modo d’intendere la politica. Ed è per questo che noi commissari cittadini della Lega rassegniamo le dimissioni”.

Fuoriuscite che potrebbero non essere isolate e che seguono al duro scontro all’interno della Lega fra lo stesso Igor Gelarda e il segretario regionale del partito di Matteo Salvini, Nino Minardo. Lotta intestina frutto del risultato insoddisfacente alle scorse amministrative di Palermo. Contesto nel quale il Carroccio, presentatosi sotto la nuova veste denominata “Prima l’Italia”, è riuscita a valicare il 5% soltanto per 250 voti. Risultato ben distante dalle aspettative del partito e dai numeri raggiunti dai concorrenti del centrodestra, in particolare da Fratelli d’Italia (al cui interno figuravano anche gli esponenti di Diventerà Bellissima) e da Forza Italia (con l’alleanza strategica fra Gianfranco Miccichè e il deputato regionale Edy Tamajo).

De Luca: “No ad esclusi di Lagalla”

Intervenuto a margine della conferenza stampa, il candidato alla presidenza della Regione Cateno De Luca ha commentato i nuovi ingressi all’interno di Sicilia Vera. Ciò chiudendo la porta ad eventuali ingressi dall’attuale fronte degli esclusi dalla Giunta di Roberto Lagalla. “In questa campagna elettorale siamo all’aperativo. Saverio Romano e Totò Lentini non li possiamo accettare. Noi non vogliamo deputati uscenti o chi è stato responsabile della gestione o dello sfascio della nostra terra”.

Le sei liste di testimonianza

Poi un passaggio sulle sei liste di rappresentanza. “Abbiamo impostato una strategia che riguarda un cambiamento radicale non solo negli argomenti, ma anche negli uomini e le donne. Su Palermo ci sarà un tracollo complessivo. Avevo annunciato che ci sarebbe stato un terremoto nelle varie forze politiche e sta succedendo. Tanti consiglieri comunali ci hanno chiesto di aderire. E’ ovvio che, da questo punto di vista, noi abbiamo predisposto un progetto ambizioso. Lo spazio c’è, a patto che vogliano aderire a questo cambiamento”.

L’attacco a Roberto Lagalla: “Prigioniero della cupola”

Tema centrale della conferenza stampa ha riguardato i ritardi sulla composizione della Giunta di Palermo. Contesto nel quale Cateno De Luca ha attaccato duramente Roberto Lagalla e la sua coalizione. “Lagalla è stata un’operazione al ribasso. Palermo è senza una Giunta. Questa è una grande vergogna. Si dovrebbero vergognare tutti quanti. Il sindaco è prigioniero di una cupola, la stessa che tiene in ginocchio la Sicilia. In questo momento, Lagalla è condizionato da Cuffaro, da Lombardo, da Miccichè e dai Romano di turno. Quando parliamo dei bancomat che gli dobbiamo togliere dalle mani, vale anche per liberare i palazzi municipali da questo cupola politico mafiosa. A distanza di un mese, Palermo non ha la sua Giunta. La città non ha chi si occupa delle bare piuttosto che degli spettacoli o della pulizia. E’ un’indecenza. Un debutto pessimo, che conferma che Lagalla è stata un’operazione in provetta”.

Parole condivise da Salvo Geraci, primo cittadino di Cerda ed aderente al progetto di Cateno De Luca e Sicilia Vera. “Faccio un appello a Roberto Lagalla. Si liberi dai partiti e dia la Giunta alla città. Palermo non può aspettare. Serve un colpo di reni. I partiti lo stanno tenendo ostaggio insieme al capoluogo siciliano. Ora ha la possibilità di dimostrare se sta con il popolo o meno”.

Vicenda della quale si discuterà domani in un vertice di maggioranza convocato dallo stesso Lagalla, al fine di appiattire i conflitti nati fra l’ala degli eletti e quella degli “esclusi”. Tema centrale rimane quello della valenza o meno della regola del 3,5%. Soglia ritenuta prima delle elezioni necessaria a garantire la possibilità di potere esprimere una preferenza in tema di assessori. Regole poi cambiata in corsa, con i partiti che hanno superato lo sbarramento che avevano trovato una quadra che sembrava definitiva nella giornata di venerdì. Poi, sabato, il nuovo dietrofront, con Roberto Lagalla che ha fissato un nuovo termine ultimo ai componenti della coalizione.

L’affondo alla Varchi: “A Palermo servono assessori h24, non part-time”

Sempre a proposito dell’esecutivo palermitano, De Luca analizza i profili scelti per ricoprire ruoli all’interno della Giunta Lagalla. “Messina ha la sua Giunta dal 13 giugno. Nel capoluogo peloritano abbiamo già eseguito diversi grandi eventi e l’Amministrazione sta eseguendo la sua azione. Lagalla, al contrario, è in grande difficoltà. Ha vinto con un compromesso al ribasso e ognuno gli presenta il conto. Già sono partite le assunzioni per capi di gabinetto e quant’altro. Se il debutto è questo, ci troviamo ad una strategia che porterà sul lastrico Palermo. Ci sarà una Giunta di livello medio-basso. Con tutto il rispetto, la Varchi farà l’assessore e il vicesindaco part-time. Palermo non merita questo. Servono assessori per 24 ore al giorno. Ho visto tra i nomi una serie di trombati e di tromboni. Per quelli che sono i nomi che abbiamo visto, sarà una Giunta che non amministrerà Palermo. Questo mi dispiace. E’ un inizio pessimo”.

De Luca e le elezioni Regionali

Un passaggio poi sulle mosse delle coalizioni avversarie, con De Luca che si dice convinto di potere vincere. “I siciliani sono stanchi delle sedute spiritiche, sia che si chiamano primarie che cenacoli a Roma o nei salotti romani. Da un lato, c’è un centrosinistra che non esiste più. La nostra strategia ha dato il colpo di grazia a Messina, grazie a Dino Giarrusso e con il Movimento 5 Stelle che si è fermato al 4%. Una conseguenza delle nostre prese di posizione. La gente è stanca di questi riti che hanno un solo obiettivo, la spartizione delle poltrone. Lì il problema è un altro: i partiti non cercano più chi mi deve battere. Noi siamo al 41%, lo potete anche scrivere. Stanno cercando chi possa perdere con l’onore delle armi e posizionare il più possibile i deputati uscenti. Un ragionamento che vale per il centrodestra che per il centrosinistra”.

Giarrusso: “Abbiamo raccolta grande entusiasmo”

A fare il punto della situazione sul tour elettorale di Cateno De Luca è l’eurodeputato Dino Giarrusso. “In nove giorni in giro per la Sicilia, abbiamo trovato un entusiasmo superiore a quello che ci aspettavamo. In tanti ci hanno chiesto di essere insieme a noi e di candidarci nelle liste di testimonianze. Allo stesso tempo, ci hanno contattato diversi leader di partito, chiedendo di ripensarci. Non hanno capito che non saremo noi a togliergli le castagne dal fuoco. Al contrario, i loro guai ci danno grande forze al nostro progetto regionale e nazionale”.

L’ex pentastellato ha poi fatto il punto sul quadro a livello nazionale, escludendo nettamente la possibilità di un’elezione anticipata rispetto a quella prevista nel 2023 per scadenza del mandato. “Io non credo che si andrà al voto a livello nazionale. Non perchè c’è il PNRR da mettere a posto. La verità è che gli attuali mille deputati perdererebbe otto mesi di stipendio. Queste persone non vogliono perdere centomila euro a testa. Se per caso fossero talmente litigiosi da volere andare al voto, noi siamo pronti. Ma credo che non avverrà. Dopo le elezioni regionali, capiranno quanto è forte il progetto di Cateno De Luca.

 

 

 

 

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