L’inchiesta che ha portato oggi ai provvedimenti contro un dipendente della Reset e due insegnati è partita dalla denuncia presentata da un uomo nei confronti dell’ex moglie, commessa del Tribunale fallimentare di Palermo.
In un esposto l’ex marito raccontava che la donna, sfruttando le sue mansioni, riusciva ad accedere ai fascicoli e con il concorso del dipendente alla Camera di commercio e di una donna di nome “Enza” avrebbe collaborato nella realizzazione di un’attività di natura fraudolenta finalizzata alla formazione di falsi provvedimenti.
Le indagini degli agenti della sezione anticorruzione della squadra mobile avrebbero confermato che il dipendente della Camera di Commercio Vincenzo Di Piazza avrebbe ottenuto regalie in cambio dei suggerimenti utili per ottenere la cancellazione di un protesto.
Un vestito da 300 euro, una penna, una maglietta e piccole somme in contanti. La procura ha chiesto un provvedimento cautelare, ma il gip Lorenzo Iannelli ha ritenuto che non ci fossero più le esigenze visto che l’uomo è stato interrogato e trasferito ad altro incarico. A fare da intermediario tra Di Piazza e i protestati ci sarebbe stato Andrea Seidita, dipendente Reset, raggiunto oggi dalla misura cautelare di divieto di dimora a Palermo. Sarebbe stato il dipendente della ditta di manutenzioni del Comune di Palermo a fare conoscere il dipendente della Camera di Commercio in grado di dare una mano a chi aveva bisogno di cancellare i protesti cambiari.
Lo stesso Seidita avrebbe teso una mano, come accertato dalle conversazioni intercettazioni durante le indagini sul primo episodio, per fare ottenere dietro pagamento il diploma nella scuola paritario Amedeo Aosta ad un giovane anche lui indagato.
Il giovane avrebbe pagato 3000 euro e sarebbe stato aiutato un candidato nella prova scritta. Ma ci sono pure ipotesi di falsificazione dei registri di presenza dei docenti per consentire loro di acquisire punteggio nelle graduatorie pubbliche.
Per Salvatore Frangiamone, considerato amministratore di fatto della scuola parificata “Amedeo D’Aosta” e Andrea Seidita, dipendente Reset, è stato disposto il divieto di dimora a Palermo, mentre per Vittorio Di Natale, anch’egli amministratore di fatto e docente della scuola, è scattata la sospensione del pubblico servizio di docente per sei mesi.
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