Si è svolta davanti al carcere dell’Ucciardone di Palermo la manifestazione “Diritto di vivere” con la partecipazione dei garanti dei detenuti di Palermo, Messina e Siracusa e alla quale hanno aderito anche Antigone Sicilia, il Comitato esistono i diritti e le Associazioni forensi.

 Le dichiarazioni dei manifestanti: situazione invivibile

Il carcere deve essere rieducativo e tendere alla riabilitazione dell’individuo. Anche Papa Francesco si è sempre interessato dei detenuti. C’è una emergenza carceri e noi pensiamo che il governo, per i reati minori, debba proporre un’amnistia o un indulto così come chiede un disegno di legge presentato in Parlamento – ha dichiarato Gaetano d’Amico del comitato Esistono i diritti”.

“La manifestazione si chiama diritto di vivere ed è stata organizzata in sintonia con i garanti territoriali (oltre Palermo anche Messina e Siracusa) e nazionali. In carcere si muore perché non ci sono cure adeguate per alcune patologie, perché c’è troppo caldo e una situazione che spinge al suicidio perché ci si stanca e si smette di vivere. Abbiamo raccolto l’appello del presidente della Repubblica che piu’ volte ha sottolineato il disinteresse della politica in materia. Noi ci sentiamo protagonisti di questa battaglia e ascoltiamo i detenuti e le loro lamentele. La situazione delle nona sezione è disastrosa in quanto non è mai stata ristrutturata, ha servizi igienici vetusti e soltanto una doccia per ogni piano. Le finestre al piano terreno sono chiuse perché altrimenti entrano topi e blatte e se ci sono alcuni ventilatori è merito del buon cuore di alcuni cittadini che li hanno regalati. Noi ne chiediamo la chiusura che viene evocata da piu’ parti”  ha aggiunto Pino Apprendi garante dei detenuti di Palermo.

Sulla stessa linea Giovanni Villari,  garante per le persone private della libertà personale di Siracusa.” Il sovraffollamento generi molti malesseri e all’interno del carcere c’è attualmente una infestazione da parte di cimici che rende impossibile il vivere quotidiano. La direzione si è impegnata a fare una disinfestazione ma non è riuscita ad effettuarla compiutamente in quanto bisognerebbe evacuare per almeno 24 ore tutta la sezione. I detenuti soffrono delle carenze strutturali anche dovute al ridotto numeri degli agenti che rende difficile fare attività all’interno soprattutto d’estate. Ci sono stati altri due suicidi e con questi siamo arrivati a 47. In Italia ci vogliono anni solo per avere i permessi per costruire nuove strutture. E nel frattempo cosa si fa?

I numeri

Ammontano a 47 i suicidi in carcere dall’inizio dell’anno che, sommati ai 94 che si sono verificati nel 2024, raggiungono l’impressionante numero di 150 suicidi in 18 mesi. Sono numeri drammatici che purtroppo, in assenza di provvedimenti efficaci, sembrano destinati ineluttabilmente a salire. Fra le cause principali il sovraffollamento e le condizioni detentive in strutture spesso vetuste ed inadeguate.