“Come vi scrivo nella lettera fino al compimento dell’amore, che oggi consegno a voi e all’intera Arcidiocesi di Palermo in occasione dell’apertura del 30° Anniversario dell’uccisione di Padre Pino Puglisi (1993-2023), vivere l’Evangelo è seguire l’Agnello ovunque vada: fino alla fine, appunto.

Perché la Chiesa nasce dalla Croce, atto estremo di un amore folle, quello di Dio per gli uomini e per il mondo: per gli uomini e le donne che sono nel mondo. Quest’anno che comincia oggi non sarà solo di commemorazione ma, innanzitutto, di conversione: per questo voglio invitare voi tutti, sorelle e fratelli, ad incamminarci su un itinerario che ripercorra le sue vie”.

E’ uno dei passaggi dell’omelia pronunciata oggi in cattedrale dall’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice nel corso della celebrazione per ricordare oggi il martirio di Don Pino Puglisi ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993.

“Dentro questo mistero è il ministero del nostro P. Pino: lui che accoglie il martirio perché la città diventi più umana, il quartiere diventi più umano, ogni strada e il nostro modo di viverci, il nostro stile del convivere, diventino più umani. Le nostre comunità più fraterne, capaci di contagiare vita fraterna. Don Pino diceva: “Se ognuno fa qualcosa possiamo fare molto”. Chi sta presso la croce, è un rivoluzionario dell’amore, pone tra gli uomini i segni messianici. A Palermo, soprattutto, semina speranza perché annunzia che la mafia è stata ed è la più grande illusione di felicità. Genera novità”.