L'azienda: "Stiamo acquisendo notizie per valutare il caso"

Donna dimessa dal pronto soccorso di Villa Sofia, torna in coma

Era caduta in casa in cucina. Per Maria Angela Nunzia D’Amico, palermitana di 67 anni, è iniziata un’odissea in ospedale che ancora non si è conclusa.

Portata in ospedale, con un bernoccolo in testa e una frattura al braccio destro era stata assegnato il codice verde.

“Siamo rimasti cinque ore al Pronto Soccorso di Villa Sofia – racconta la sorella Rosalba D’Amico che ha presentato denuncia ai carabinieri – i medici hanno accertato la frattura, ma hanno deciso di non sottoporla ad accertamenti neurologici nonostante il colpo in testa. All’una e 30 di notte è stata dimessa”. L’indomani la donna ha iniziato a sentirsi male.

“Vomitava e non riusciva a muovere gli arti superiori e inferiori. Aveva mancanza totale di equilibrio – aggiunge la sorella – Abbiamo chiamato il 118 che ha riportato mia zia a Villa Sofia in codice rosso con una richiesta urgente di tac.

E’ rimasta lì nella shock room per più di 2 ore, in attesa degli accertamenti clinici necessari, tempo durante il quale mia sorella ha avuto un crollo delle sue condizioni di salute senza ricevere nessun supporto da parte del personale sanitario e oltretutto impendendomi di starle accanto anche per tranquillizzarla e tenerla sveglia. La Tac è stata eseguita soltanto alle 15:45 circa e dopo circa 30 minuti mi è stato comunicato che era in atto un idrocefalo con un riversamento e che mia sorella era in gravissime condizioni.

Per questo era necessario il ricovero in rianimazione. Il medico della rianimazione mi ha comunicato che mia zia era in coma e che necessitava di un intervento chirurgico urgente. L’intervento è stato effettuato alle 17.30 circa e mia sorella è ancora in gravi condizioni”.

La donna è assistita dall’associazione Siciliae Mundi. “Sottovalutate le conseguenze di una caduta in casa propria della donna – dice il presidente dell’associazione Loredana Novelli – La mancanza di attenzione sull’accaduto e della tutela di ogni cittadino presso le nostre strutture ospedaliere in questo caso il Pronto soccorso di Villa Sofia, dimostra un’ennesima mancanza di attenzione in particolare ed in generale visti i fatti precedenti, come ogni cittadino non sia tutelato dall’apparato sanitario.

La paziente ad oggi si trova ricoverato nel reparto di neurologia di Villa Sofia in rianimazione, i familiari ad oggi non hanno mai parlato con il Primario ma solo con i rianimatori, ad oggi la sorella Rosalba D’Amico non ha avuto modo di parlare con i medici, ma con i rianimatori che continuano a sostenere che la paziente è in pericolo di vita”.

Secondo l’azienda è rimasta al pronto soccorso sei ore perché in questo modo si potevano valutare le condizioni della paziente.

“La signora D’Amico è stata sei ore al pronto soccorso perché così è stabilito dalle linee guida – afferma Pietro Greco direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Villa Sofia Cervello – Stiamo chiedendo una relazione al direttore del Pronto Soccorso per valutare quanto è accaduto. Ci spiace per la paziente, ma potremmo più precisi nelle prossime ore non appena avremo ulteriori notizie su quanto si è verificato e sulle indagini cliniche diagnostiche che ci permetteranno di avere un quadro clinico della paziente”.

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