Non c’è pace per il CdA dell’Aeroporto di Palermo appena completato dopo la seconda polemica in pochi mesi. Modificato dopo l’arresto di Roberto Helg per tangenti, oggetto di polemica sulla scelta dei nuovo componenti del Consiglio e poi di revisione per far spazio alle quote rosa con l’ingresso, fra l’altro, dell’ex assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi, ora è nuovamente sotto attacca da parte di una associazione di tutela delle donne.

Si tratta di Fiori d’Acciaio, l’associazione di cui è animatrice Marcella Cannariato, moglie di Tommaso Dragotto ex candidato sindaco e patron del nolo auto made in sicily. L’associazione, sempre attiva (ma non l’unica) nelle richieste di rispetto delle quote rosa, adesso, invece, se la prende proprio con la nomina di Cleo Li Calzi in Consiglio di Anmministrazione

“Fiori di Acciaio è per il Rispetto delle Regole. Anche per questo, con convinzione e quotidianamente, l’Associazione lotta per la difesa dei diritti delle Donne e di chi è meno rappresentato nell’odierna società” si legge in un post sul sito di Fiori d’Acciaio.

“Con questo spirito alcuni mesi fa, – continua – abbiamo avviato quella che amiamo chiamare “La nostra campagna di sensibilizzazione a favore delle Donne”, denunciando alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’inadempienza di alcune società siciliane a controllo pubblico, che nella composizione dei propri organi sociali non rispettavano (e – ahimè – non rispettano tuttora) la legge n. 120/2011 sulle c.d. “quote rosa”.

“Come abbiamo sempre detto, non è una questione femminista o di “colore di quota”: è per il bene primario della Cultura che si avviano tali battaglie, perché senza Cultura la nostra città, la nostra Regione ed il nostro Paese non può conoscere il progresso. Con una manifesta emozione comunichiamo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a seguito di puntuali verifiche, ha diffidato le società da noi segnalate, intimandole ad adempiere alla legge sulle quote rosa, pena la decadenza degli organi sociali. Alcune società si sono adeguate, ma ancora ci sarà molto da fare e noi di Fiori di Acciaio continueremo con lo spirito di sempre a monitorare la situazione di tali società a controllo pubblico”.

“Tra le segnalate, come ricorderete, vi è la società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi (GESAP), al centro di un annoso dibattito in merito alle nomine dei vertici e dei suoi componenti e, da ultimo, interessata proprio dalla diffida della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ in questo quadro non proprio roseo che pochi giorni fa viene diffuso il comunicato stampa ufficiale della società Gesap nel quale si legge che, a seguito delle dimissioni del consigliere Giorgio Di Marco in favore delle “quote rose” imposte per legge, il nome prescelto sia quello dell’ex Assessore regionale al Turismo, dott.ssa Cleo Li Calzi”.

“Tante congratulazioni alla Società dell’Aeroporto di Palermo per aver scelto la dott.ssa Li Calzi, professionista competente, valida e capace, perché finalmente la Gesap ha dimostrato che è concreto quanto da tempo sostenuto da Fiori di Acciaio: in Italia, in Sicilia esistono donne meritevoli di ricoprire ruoli gestionali di rilievo come quello di componente del Consiglio di Amministrazione dell’aeroporto palermitano, collegamento privilegiato tra la Sicilia ed il continente”.

Ma ecco che arriva il siluro “Peccato che anche questa volta la società Gesap abbia adottato una decisione gravemente in contrasto con l’ordinamento nazionale.  Più precisamente, Gesap sta tentando di eludere un altro atto di legge: il decreto legislativo  8 aprile 2013, n. 39, che riporta le disposizioni in materia di  inconferibilità  e  incompatibilità  di incarichi presso le  pubbliche  amministrazioni  e  presso  gli  enti privati a controllo pubblico”.

“L’art. 7 del decreto attuativo della legge anti-corruzione dispone, infatti, la inconferibilità di incarichi di amministratore di enti a controllo pubblico a soggetti che nei “due  anni  precedenti  siano  stati  componenti della giunta o del consiglio della regione che conferisce l’incarico”, ricordando che la dott.ssa Cleo Li Calzi ha fatto parte, come Assessore, della giunta guidata da Rosario Crocetta fino a pochi mesi fa”.

Come Presidente di Fiori di Acciaio, per la piena tutela dei diritti, per il rispetto e per la condivisione delle regole – ha detto Marcella Cannariato – vorrei che fosse fatta chiarezza sulla nomina della dott.ssa Li Calzi, ribadendo il fatto che non ci sia assolutamente nulla di personale e che, anzi, sarebbe bello vedere nominata una Donna altrettanto competente e capace, ma pur sempre nel rispetto della legge”.

Nella sua valutazione, però, Fiori d’Acciaio dimentica, o comunque omette, un dettaglio che potrebbe stravolgere l’intera contestazione. Cleo Li Calzi, infatti, non poteva essere nominata da una giunta della quale è stata componente e questo è detto chiaramente nella norma. Ma la scelta della Li calzi non viene fatta dalla giunta regionale di governo che non ha responsabilità nella nomine ne nell’indicazione.

La Li Calzi entra in CdA perchè indicata dalla ex provincia regionale di Palermo fra i propri membri di diritto nel CdA. Non la Regione, dunque, ma la provincia, ente diverso e sottoposto a regime diverso nel quale la Li calzi non ha avuto ruoli. ne potrebbe essere diversamente visto che nelle quote della Gesap non ci sono partecipazioni regionali ma solo ex Provincia, Comune di Palermo, Comune di Cinisi, Camera di Commercio e un 2% privato.

Questione chiusa? Certamente no. La legge, infatti, in Italia, si interpreta. La nota di Fiori d’Acciaio pone una questione di natura politica. La gestione Gesap, infatti, si è politicamente ‘imbastardita’ in questi anni per effetto della soppressione delle Province mai completata e del commissariamento della Camera di Commercio sembra a seguito di riforma e del medesimo scandalo Helg che ha riguardato l’aeroporto (la tangente ad Helg fu pagata nel suo ufficio della Camera di commercio).

Di fatto, dunque, anche se la Regione non ha quote, vanta un consistente controllo ‘politico’ su un’ampia parte delle quote e dunque sulle scelte in CdA. un caso non previsto esplicitamente dalla legge ed è difficile che la questione di natura ‘politica’ possa avere effetto giuridico/normativi.

La questione posta da Fiori d’Acciaio, dunque, sembra infondata da un punto di vista giuridico ha una rilevanza politica e solo politica. E non è escluso che questo volesse essere il fine ultimo della nota. far rilevare politicamente una questione da spendere al momento opportuno.

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