Ci sono voluti due giudizi davanti al giudice del lavoro di Palermo e uno davanti al Tar Sicilia per consentire ad un ricercatore del consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, (Cra), poi divenuto, dal 1 gennaio 2015, consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) della sede di Bagheria di partecipare alla procedura di stabilizzazione indetta dall’ente il 14 dicembre 2014.

Pur essendo in possesso di tutti i requisiti previsti dal Bando, il ricercatore palermitano era stato escluso dalla partecipazione alla procedura di stabilizzazione. Contro il provvedimento di non ammissione alla stabilizzazione, il ricercatore aveva proposto ricorso innanzi al giudice del lavoro di Palermo. Il tribunale di Palermo, sezione lavoro, con sentenza del novembre 2018 aveva accertato il diritto del ricercatore “a partecipare alla procedura di stabilizzazione”.

Tuttavia, il Crea non aveva mai dato esecuzione alla sentenza. A questo punto è stato presentato un ricorso al Tar d Palermo. Il ricercatore assistito dall’avvocato Santo Botta si rivolgeva ai giudici amministrativi che hanno accolto il ricorso.

Il presidente della terza sezione del Tar Guglielmo Passarelli Di Napoli ha condannato Crea a dare piena e completa esecuzione della sentenza del lavoro e consentirgli di partecipare alla procedura di stabilizzazione del dicembre 2014 entro 120 giorni.

Se entro il termine stabilito dal Tar, il Crea non avrà adempiuto, interverrà un commissario ad acta, affinché provveda ai necessari adempimenti compresa la nomina di una commissione, già individuato nel segretario generale della presidenza della regione siciliana, Maria Mattarella. È stata, inoltre, prevista una penalità di mora di importo di 20 euro per ogni giorno di ulteriore ritardo.